La pugnalata di Politano, “Le Comiche” e il tradimento di Hamsik: gli 11 Sassuolo-Napoli

"Prego sedetevi comodi, sta cominciando lo show!": così il rapper Maurizio Pisciottu, dai più conosciuto con il nome d'arte di "Salmo", attacca il ritornello di una delle hit di maggior successo della propria carriera, dal titolo "90MIN". Tale espressione calza perfettamente con la vigilia dell'evento che gli appassionati italiani di calcio stanno vivendo (e attendendo con ansia): il ritorno del campionato di Serie A. Un'attesa che durerà un po' meno per i supporter della SSC Napoli poiché nella giornata di domani, 23 agosto 2025 (a tre mesi esatti dalla conquista del quarto Scudetto), gli uomini di Antonio Conte inaugureranno l'edizione 2025/26 della massima lega nostrana facendo visita (alle 18:30) al Mapei Stadium, casa del neopromosso Sassuolo targato "Fabio Grosso". A differenza di quanto si possa pensare, non sono molti gli scontri tra Sassuolo e Napoli a essersi disputati sotto i riflettori dello Stadio Città del Tricolore in Serie A (e non solo): quello che andrà in scena domani, infatti, sarà appena il 12° (tra tutte le competizioni). Il primo risale alla stagione 2013/14 (anno in cui i neroverdi hanno conseguito la prima storica promozione ai vertici del sistema calcistico italiano), mentre l'ultimo (come vedremo a breve) è abbastanza fresco nella memoria di ambedue le tifoserie. Fatta questa breve disamina, tuffiamoci in un viaggio che spazia tra gli anni '10 e gli anni '20 del secolo corrente in cui ripercorriamo tutti gli undici Sassuolo-Napoli passati agli archivi. [embedcontent src="youtube" url="https://youtu.be/RDXMuQgLXSM?si=iTr4ek3kfe2lKdo8"] Partiamo dal confronto più recente, a cui abbiamo affibbiato una descrizione alquanto inusuale: cosa c'entra un tennista con il Napoli quadrimestrale (febbraio 2024-maggio 2024) di Francesco (detto "Ciccio", per l'appunto) Calzona? Chi ha un minimo di dimestichezza con lo sport della racchetta (non unicamente con le vicende di Jannik Sinner), sarà a conoscenza della crisi di risultati in cui è sprofondato Stefanos Tsitsipas dal mese di aprile a oggi: a partire dal Master 1000 di Madrid, infatti, il greco non è riuscito a far registrare due successi consecutivi per sette tornei (4 vittorie e 7 sconfitte nelle ultime 11 partite giocate). Il parallelismo con l'annata 2023/24 dei partenopei (10° posto da campioni d'Italia in carica con soli 53 punti racimolati in 38 giornate e due cambi di panchina; da Rudi Garcia a Walter Mazzarri e successivamente dal tecnico di San Vincenzo al già citato Calzona) vien da sé. Tuttavia, la serata di Reggio Emilia (datata 28 febbraio 2024) si rivelò essere una delle poche (anzi, pochissime) note positive di una stagione del tutto fallimentare per la formazione azzurra: dopo il vantaggio neroverde firmato "Uros Racic" con un destro preciso dalla lunga distanza, infatti, il Sassuolo di Emiliano Bigica (allenatore a interim soltanto per quella gara, scelto dalla dirigenza emiliana dopo l'esonero di Alessio Dionisi, ed ex di giornata), destinato alla retrocessione in Serie B, subì l'ira (in ordine di marcatura) di Amir Rrahmani, Victor Osimhen (tripletta) e Khvicha Kvaratskhelia (doppietta). 1-6 l'esito del primo set dell'incontro in favore dell'ultima squadra scudettata (all'epoca). [embedcontent src="youtube" url="https://youtu.be/6IOs2MloHvs?si=gtEEF6CPVvqQNCJk"] E a proposito di "squadra scudettata", esattamente dodici mesi addietro (con uno scarto di circa dieci giorni) la coppia d'oro di Luciano Spalletti poneva in quel di Sassuolo un'ulteriore ipoteca sul 3° tricolore della (quasi centenaria) storia partenopea: coast to coast di Kvaratskhelia al 13° minuto, lampo da posizione impossibile di Osimhen una ventina di minuti più tardi e Napoli vittorioso per 0-2 al Mapei Stadium contro gli uomini di Alessio Dionisi. Parafrasando le parole del compianto Freddie Mercury: "You Can't Stop Us Now". [embedcontent src="youtube" url="https://youtu.be/cs30N7OUBYM?si=PbLPGH-s7qwLzPuu"] Prima di poter sollevare la coppa dello Scudetto a maggio 2023, Luciano Spalletti e il suo Napoli dovettero prima ingoiare un boccone amaro nella stagione antecedente (2021/2022): 3° posto a quota 79 punti dopo aver intrapreso per tutto l'anno una lotta punto a punto con Inter (84 punti) e Milan (86 punti, vincitore di quella Serie A). Un preavviso del risvolto crudele a cui erano destinati gli azzurri in quel campionato si manifestò in un gelido mercoledì sera di inizio dicembre: accumulato un doppio vantaggio grazie alle marcature di Fabian Ruiz prima e Dries Mertens poi, gli ospiti si fecero rimontare tra il 72° e l'89° minuto dal duo Scamacca-Ferrari. Come se non bastasse, il Sassuolo (allenato ancora una volta da Alessio Dionisi) sfiorò anche il colpaccio nei minuti di recupero: il francese Gregoire Defrel fulminò un incolpevole David Ospina con un sinistro di rara precisione al minuto 93, ma un intervento falloso (sanzionato dal VAR) commesso da Domenico Berardi ai danni di Amir Rrahmani rovinò la (possibile) festa neroverde e stabilì il risultato finale del match sul 2-2. [embedcontent src="youtube" url="https://youtu.be/h1UXhKroK4Y?si=d4_SBpT4Xjm-L1oI"] Il precedente (senza dubbio) più spettacolare disputatosi tra Sassuolo e Napoli (sulle cui panchine al tempo sedevano rispettivamente Roberto De Zerbi e Gennaro Gattuso) nella cornice del Mapei Stadium; al contempo, quello che al sol ricordo fa venire voglia ai tifosi partenopei di sbattere violentemente il cranio contro le pareti delle proprie case. Merito del remake della pellicola cult del 1990, per la regia di Neri Parenti, "Le Comiche" confezionato in poco più di un'ora e mezza da Nikola Maksimovic, Elseid Hysaj e Kostas Manolas. I tre gol sponda neroverde, di fatti, sono frutto di una tripla ingenuità a opera del trio di difensori ospiti: (in ordine) autorete di Maksimovic con una spizzata di testa all'indietro su una punizione battuta da Domenico Berardi, fallo ingenuo di Hysaj su Francesco Caputo nell'area di rigore napoletana (tiro dagli undici metri poi trasformato sempre da "Mimmo" Berardi) e orrore (poiché definirlo un semplice "fallo" sarebbe riduttivo) di Manolas sullo slovacco Lukas Haraslin ancora in area di rigore al 95° minuto di gioco sul risultato di 2-3 in favore del Napoli (parziale fissato poco dopo sul 3-3 dal già citato "Ciccio" Caputo). Per la compagine azzurra timbrarono il cartellino Piotr Zielinski, Giovanni Di Lorenzo e capitan Insigne (anch'egli su rigore). [embedcontent src="youtube" url="https://youtu.be/sGE_AeQ-j6s?si=WNwy8B2aCTprYALv"] L'11 dicembre 2019, Gennaro Gattuso prende ufficialmente in eredità un Napoli invischiato in un presente disastrato (figlio della fallimentare gestione Ancelotti): 7° posto in classifica a quota 21 punti (conseguenza di un andamento uguale a 5 vittorie, 6 pareggi e 4 sconfitte) dopo 15 giornate di campionato. Superato un deludente debutto con il Parma (sconfitta casalinga per 1-2 al 93° minuto), gli azzurri di "Ringhio" cacciano per la prima volta gli artigli e danno una dimostrazione concreta di essere allenati da una guida tecnica dotata di una certa personalità a pochi giorni dal compleanno di Gesù Cristo: Allan Marques Loureiro con un destro all'incrocio e un autogol di Pedro Obiang a tempo scaduto (94° minuto) ribaltano l'1-0 iniziale del Sassuolo siglato da un profilo che vestirà qualche anno più tardi la maglia partenopea, ossia Hamed Junior Traorè. Quel trionfo per 1-2 a Sassuolo, a posteriori, fu una prima avvisaglia di ciò che sarebbe stata l'Era Gattuso alle pendici del Vesuvio, cominciata ufficialmente il 26 gennaio 2020 con il successo (nuovamente) per 2-1 conseguito ai danni della Juventus dell'ex Maurizio Sarri e conclusa (almeno per la stagione 2019/20) con la conquista della Coppa Italia (la 6° nella storia del club) battendo in successione Lazio (quarti di finale), Inter (semifinale) e dulcis in fundo, Juventus (finale in cui i campani ebbero la meglio alla lotteria dei rigori per 4-2). [embedcontent src="youtube" url="https://youtu.be/LocLIsDumqk?si=zWv_To1shqwYccIc"] Se l'esperienza a Napoli di "sua maestà" Carlo Ancelotti viene bollata ancora oggi all'unisono come una cocente delusione, il (non) merito è da attribuire (oltre a quanto scritto nel paragrafo precedente) anche a una prima stagione (2018/19) piuttosto insipida e avara di successi: uscita ai quarti di finale di Coppa Italia per mano del Milan (e, soprattutto, di una doppietta di Krzysztof Piatek), eliminazione prima alla fase a gironi di Champions League e poi ai quarti di finale di Europa League in seguito al duplice confronto con gli inglesi dell'Arsenal (sconfitta per 2-0 all'andata, debacle per 0-1 al ritorno) e 2° posto in Serie A a quota 79 punti (undici in meno rispetto alla Juventus campione d'Italia). Lo scontro con il Sassuolo targato "Roberto De Zerbi", andato in scena domenica 10 marzo 2019 al Città del Tricolore, può essere inteso come un'illustrazione decisamente accurata di quei dodici mesi: pareggio con il risultato di 1-1 agguantato soltanto all'86° minuto da Lorenzo Insigne (a timbrare il cartellino per gli emiliani fu il sempreverde Domenico Berardi). [embedcontent src="youtube" url="https://youtu.be/Vo1yysBkf0o?si=2ZJgd-odfTqcUE0p"] Il nome di Giovanni Simeone compare sempre in prima linea quando si parla dei calciatori che hanno saldato, grazie ai due Scudetti conquistati tra il 2023 e il 2025, un debito che avevano in sospeso con il popolo di Partenope (non credo ci sia bisogno di ricordare in forma estesa i fatti di Fiorentina-Napoli 3-0); tuttavia, nessuno all'interno della tifoseria partenopea cita mai le azioni di Matteo Politano. Ebbene sì, anche uno dei volti principali dell'ultimo quinquennio azzurro contribuì nel 2018 a far imboccare (seppur in maniera non decisiva) l'autostrada per Torino (sponda bianconera) al tricolore: con una zampata da rapace d'area di rigore, l'esterno romano permise al Sassuolo di Giuseppe Iachini, in data 31 marzo, di strappare un punto contro la "banda Sarri" (1-1 il risultato finale; in rete José Maria Callejon per gli ospiti). Una frenata non necessaria, la quale spedì i campani (74 punti) a quattro lunghezze di distanza dalla Juventus capolista (trionfante per 3-1 contro il Milan quella stessa sera) a otto giornate dal termine di quel campionato di Serie A. [embedcontent src="youtube" url="https://youtu.be/1h-3ymjaiqU?si=gmrhzalg55w2WvOz"] La Santa Pasqua nell'anno solare 2017 venne celebrata nel weekend di sabato 15 e domenica 16 aprile. Una settimana più tardi, più precisamente il 23 aprile, Eusebio Di Francesco e il suo Sassuolo fecero andare di traverso a Maurizio Sarri e ai calciatori del Napoli il pranzo a base di casatiello e pastiera ingurgitato sette giorni addietro. Accade tutto nel secondo tempo: al 52° minuto Dries Mertens trasforma in gol un cross basso ben calibrato di José Maria Callejon, ma tale vantaggio viene buttato alle ortiche sette minuti più tardi da Marek Hamsik, autore di un retropassaggio di testa sbagliato per "Pepe" Reina che favorisce la rete del pareggio di Domenico Berardi. Un sinistro di Luca Mazzitelli all'81° minuto fa sognare l'upset al pubblico del Mapei Stadium, ma Arkadiusz Milik si oppone e in girata all'85° minuto sigla la marcatura che vale il definitivo 2-2. [embedcontent src="youtube" url="https://youtu.be/p3965SRkGcg?si=paqEL1IvPLMUofme"] Unica sconfitta incassata dal Napoli contro il Sassuolo dell'intero elenco e precedente che più di tutti deve mettere in guardia Antonio Conte. Il motivo? Le coincidenze. Mese: agosto; giorno: 23; giornata di campionato: 1ª. Se è vero che la storia è ciclica, c'è la possibilità che i campioni d'Italia uscenti sperimentino uno psicodramma identico a dieci anni fa, quando l'ex di turno Antonio Floro Flores e Nicola Sansone (entrambi nella ripresa) annullarono il vantaggio azzurro firmato "Marek Hamsik" (al 3° minuto del primo tempo) e, di conseguenza, rovinarono (in maniera inaspettata) il debutto sulla panchina "081" di Maurizio Sarri. [embedcontent src="youtube" url="https://youtu.be/Ya7xykXcsks?si=lT9FLUBc5flPrL0c"] Dopo cinque capitoli al limite del maoschismo, torniamo a raccontare di un successo azzurro in casa del Sassuolo: il 28 settembre 2014, il Napoli di Rafael Benitez (reduce da una sola vittoria, un pareggio e due sconfitte nelle prime quattro giornate di Serie A) espugna il Mapei Stadium di misura (a onor di cronaca, per 0-1); gentil cortesia di José Maria Callejon, che sfrutta un traversone basso di Gonzalo Higuain per trafiggere Andrea Consigli. Un inizio di campionato (a rilento), tuttavia, che sarà il preludio di una classifica non soddisfacente per i partenopei: colpa della chiusura al 5° posto (a quota 63 punti) e alla mancata qualificazione alla successiva edizione della UEFA Champions League in seguito al tonfo per 2-4 fatto registrare in casa all'ultimo turno contro la Lazio di Stefano Pioli (diretta rivela quell'anno per l'accesso alla Coppa dalle Grandi Orecchie). [embedcontent src="youtube" url="https://youtu.be/j1dxQq1Zbas?si=5737MmEQLAr3V0y1"] Concludiamo questo lungo (e a tratti estenuante) viaggio decennale dove tutto ha avuto inizio: 16 febbraio 2014, il Sassuolo neopromosso (e al "campionato di debutto" in Serie A) di Alberto Malesani (subentrato da una manciata di settimane a Eusebio Di Francesco) ospita per la prima volta nella storia la Società Sportiva Calcio Napoli (allenata anche in quest'occasione da Rafael Benitez) tra le mura del Mapei Stadium (da alcuni chiamato anche Stadio Città del Tricolore). La gara segue il copione più scontato alla vigilia: dominio in lungo e in largo dei partenopei, che liquidano i neroverdi con un secco 0-2 in cui vanno a segno Blerim Dzemaili e Lorenzo Insigne (entrambi su assist di Marek Hamsik). A fine stagione, il primo Napoli di Benitez si piazzerà al 3° posto della classifica a quota 78 punti alle spalle di Roma (85 punti) e Juventus (102 punti e vincitrice di quell'edizione della massima lega nostrana), centrando la qualificazione in UEFA Champions League, mentre il Sassuolo, con il ritorno di Di Francesco alla guida a partire dal 27° turno, festeggerà un'insperata salvezza grazie ai 34 punti raccolti nelle 38 giornate da cui è composta la kermesse sufficienti a consolidare la 17ª posizione in graduatoria (ultima che consente di evitare la retrocessione in cadetteria). A cura di Alex Iozzi © RIPRODUZIONE RISERVATA