© RIPRODUZIONE RISERVATA
Diego e Francesco sono i due lati della stessa medaglia: uno incarna la speranza terrena, l'altro quella spirituale. Uno correva e gioiva sul campo da gioco, l'altro camminava e predicava tra gli uomini. Ma entrambi, a modo loro, hanno toccato il cuore del mondo e di tutti i suoi abitanti, a prescindere dalla religione professata o dalla squadra del loro cuore. Per questo, quando Maradona morì, Papa Francesco – con un gesto raro – fece sapere di aver pregato per lui, definendolo "un poeta del calcio". Un poeta, sì. Perché anche il calcio, se toccato dalla grazia, può diventare preghiera. E a noi, dunque, piace immaginare che entrambi, nell'aldilà, si stiano divertendo col pallone tra i piedi, tra una preghiera e l'altra: uno con la maglietta del suo Boca, l'altro con quella del suo San Lorenzo.


/www.calcionapoli1926.it/assets/uploads/202506/276244da265849a47cb1f4f1d8046481-scaled-e1748773605579.jpg)