Jorge Mario Bergoglio e Diego Armando Maradona nascono a Buenos Aires, entrambi da famiglie umili. Il primo, del quartiere Flores, da un ferroviere di origini piemontesi, il secondo a Villa Fiorito, uno dei barrios più disastrati e malfamati della capitale argentina. Entrambi imparano presto a conoscere il dolore, la privazione, la solidarietà di chi non ha nulla se non la propria umanità, ma anche... il calcio! Sì, perché se il Pelusa crebbe con l'amore per gli Xeneizes del Boca Juniors, Bergoglio indossò sin da piccolo la maglietta del suo caro e amato San Lorenzo, ancora prima della talare. Nonostante crescano lontani, si può dire che - in tal senso - i binari delle loro vite quasi si sfiorano: il giovane Bergoglio sceglie la via della fede, entra in seminario, abbraccia il silenzio e la preghiera. Diego, invece, afferra un pallone come se fosse una reliquia e comincia la sua scalata verso l'Olimpo del gioco, divenendo prima Re, poi D10s, a Napoli. La Chiesa e lo stadio, due altari. Il calice e il pallone, due strumenti di salvezza. E l’Argentina, sempre lì, a guardarli e amarli, spesso senza capire se più per la loro grandezza o per la loro fragilità.

