"Sono le 22:37 del 4 maggio 2023: abbracciatevi forte perché dopo 33 anni il Napoli è campione d'Italia: queste le poche, semplici ma iconiche parole di Decibel Bellini agli oltre 50000 indemoniati presenti al Maradona ad assistere a Udinese-Napoli dai maxischermi messi a disposizione per lo stadio. Sono 844 i chilometri che separano il capoluogo campano da Udine, dove va in scena il match che mette il marchio sacrale dell'aritmetica su uno scudetto che era ormai questione di tempo da diversi mesi. La partita non comincia nel migliore dei modi, a passare in vantaggio è l'Udinese al tredicesimo minuto con Lovric, al cui gol il Napoli replica nel secondo tempo con una zampata di Osimhen dopo una caotica carambola nell'area di rigore avversaria. Lo scudetto arriva al termine di una delle prestazioni peggiori di quel Napoli, che festeggia con grande merito riuscendo a scrollare anche un po' di tensione e stanchezza dovute al doppio quarto di Champions col Milan. Due anni dopo, con la città che, sospesa, spera di potersi lasciare andare di nuovo, l'effetto malinconia è presentissimo, in chi scrive, ma probabilmente anche nell'intera piazza nonostante l'entusiasmo per qualcosa di altrettanto speciale che presto potrebbe ripetersi.
editoriali
Oggi come il 4 maggio: i momenti chiave dello scudetto (e di quello che può arrivare)

A cura di Bruno Stampa
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