La chiamata del Napoli arriva dopo un percorso lungo e di costante miglioramento per il portiere. La carriera inizia nella sua Serbia dove, con la maglia del Vojvodina, si inserisce ufficialmente tra i professionisti nel 2014. A notare le sue qualità è una grande del calcio europeo, il Manchester United che decide di lasciarlo giocare in prestito nella stagione 2014-2015. Al termine dell'annata, dove scende in campo diciannove volte e subisce ventidue gol, si palesa la possibilità di giocare a Old Trafford. Il Teatro dei Sogni non vedrà tuttavia la realizzazione del sogno di Milinkovic visto che, a causa di un permesso di lavoro che non sarebbe mai arrivato, è costretto a rescindere. Ricomincia dal Lechia Danzica, con cui prende parte alla seconda parte dell'Ekstraklasa (massimo campionato polacco) 2015-2016. Nella stagione successiva, invece, disputa 18 partite lasciando poi spazio al neo arrivato Kuciak. Il trasferimento al Torino e l'esordio già descritto contro il Carpi vengono quindi seguiti da una carambola di prestiti: prima quello alla SPAL, con cui colleziona appena due presenze, una delle quali contro la Roma che vede la fu società ferrarese espugnare l'Olimpico con un clamoroso 0-2, con tanto di espulsione per doppia ammonizione. Non va tanto meglio all'Ascoli, con appena 8 gettoni in Serie B e allo Standard Liegi dove in Jupiler Pro League non gioca mai guadagnando la vetrina dell'Europa League in tre partite. Il ritorno al Torino coincide con la parentesi più fortunata della sua carriera: nel 2020, diventa il secondo portiere prima con Marco Giampaolo e poi con Ivan Juric. L'attuale allenatore dell'Atalanta sarà il suo mentore in granata, scegliendolo come titolare al posto di Berisha a partire dal campionato 2022-2023. Nel corso di quella Serie A, fa subito molto bene chiudendo il girone di andata in prima posizione della classifica di parate percentuali ma è nella stagione successiva che fa ancora meglio. Nella Serie A 23-24 fa le fortune non solo del Toro ma anche dei fantallenatori ottenendo la bellezza di 18 porte inviolate, alle spalle solo dell'interista Yann Sommer. Neanche con l'addio del croato il livello cala. Nell'ultimo anno, è diventato anche un pararigori, neutralizzando gli attaccanti avversari 4 volte su 5, dato che lo piazza al secondo posto della classifica dei rigori parati in una sola stagione (il primo è Samir Handanovic, che parò 6 rigori nella stagione 2010-2011).
calcionapoli1926 rubriche La traversa su punizione, Ibra nel destino e un fratello-collega: chi è Milinkovic-Savic
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