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Agnelli replica a Ceferin: “Non sono un traditore, telefono spento dettaglio di vita personale”

(Getty Images)

Andrea Agnelli, presidente della Juventus, ha rilasciato un’intervista ai microfoni del Corriere dello Sport, replicando alle accuse del numero uno UEFA Ceferin sul progetto Superlega. Agnelli replica a Ceferin Urbano Cairo l’ha definita...

Domenico D'Ausilio

Andrea Agnelli, presidente della Juventus, ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere dello Sport, replicando alle accuse del numero uno UEFA Ceferin sul progetto Superlega.

Agnelli replica a Ceferin

 Aleksander Ceferin (Photo by Alexander Hassenstein/Getty Images)

Urbano Cairo l’ha definita un traditore, il suo ex amico Ceferin addirittura un serpente. La accusano di averli traditi. Cosa risponde?

"Io ho lavorato per quasi dieci anni nelle istituzioni sportive internazionali. Bene, queste detengono il controllo delle manifestazioni, un monopolio di fatto, senza peraltro affrontare alcun rischio economico. Il rischio economico ricade esclusivamente sui club. Io non sono riuscito a far capire a quelle istituzioni l’enormità del rischio imprenditoriale per i club che generano valore per tutti gli stakeholder del calcio. O forse non avevano interesse a capirlo. Era necessario cambiare le cose".

Presidente, era pronto ad affrontare un rimbalzo così negativo in termini di immagine personale? E quando sabato scorso Ceferin ha provato invano a telefonarle s’era improvvisamente scaricata la batteria del suo cellulare?  

"Avevo messo in conto che ci sarebbe stata una reazione di questo tipo. Per quanto riguarda i dettagli e le dinamiche di vita personale preferirei non commentare perché si commentano da soli. La volontà politica di un cambiamento nella direzione della lega dei più forti si manifesta da venti, trent’anni. Non abbiamo inventato l’acqua calda. Quello che non si è compreso è il terribile impatto della pandemia sul mondo del calcio. La massima istituzione del calcio europeo a dicembre del 2020 pensava che la pandemia non avrebbe fatto danni, se non ci crede vada a rileggersi il verbale. Ribadisco che la Uefa non corre alcun rischio nell’attività che regolamenta, ne trae solo benefici. Loro gestiscono i nostri diritti, li vendono, decidono quanti ridistribuirne, e ci regolano".