Repice: “Koulibaly-Kvara, gol da togliere il respiro! Maradona? Non so spiegarlo. Su Conte…”

Francesco Repice, giornalista, nonché radiocronista, di casa RAI, si è concesso in esclusiva per un'intervista ai taccuini di CalcioNapoli1926.it alla vigilia della sfida di campionato, in programma domenica 7 dicembre, alle 20:45, e valevole per la 14ª giornata di Serie A tra il Napoli di Antonio Conte e la Juventus targata "Luciano Spalletti". Diverse le tematiche trattate, oltre a quelle legate al "big match" del Maradona: dalle ipotetiche sorti della lotta Scudetto alle emozioni più forti vissute al commento di una partita della compagine partenopea. “Non esiste al mondo un allenatore in grado di incidere come Antonio Conte"; così recita l'inizio di un post Facebook da te pubblicato a gennaio scorso. Tra i motivi elencati, vi era incluso anche il lato tattico: il recente passaggio al 3-4-3 attuato dal tecnico salentino per far fronte ai molteplici infortuni che hanno colpito il Napoli consolida la tua affermazione? "A me del lato tattico, con molta sincerità, non è che interessi granché. Non lo considero il punto cruciale del lavoro di nessun allenatore, in particolare di Antonio Conte. Dalle parti mie, quando si gioca a Tressette, si cerca di pigliare con un 10, con un 9 o con un 8, ma ci vogliono i 3, i 2 e gli assi per vincere; il che significa che se non hai i calciatori puoi schierare tutti i moduli che vuoi, ma la musica non cambierà. Secondo me, il lavoro di Antonio Conte è importante dal punto visto sia tecnico che tattico, ci mancherebbe altro, ma ciò che riesce a fare Conte in uno spogliatoio è molto più profondo, molto più capillare di un semplice addestramento tecnico oppure tattico. Guardate cos'è successo dopo la partita persa a Bologna...". Dove collocheresti Antonio Conte nella classifica dei più grandi allenatori italiani di ogni tempo? "Lui e Allegri, per motivi diversi, li pongo in alto nella classifica. Tuttavia, gente come Giovanni Trapattoni, Marcello Lippi, Fabio Capello e Carlo Ancelotti li piazzo davanti a loro perché hanno vinto tantissimo, più di quanto abbiano vinto Conte e Allegri, anche in campo internazionale. Quando Antonio e Max ripeteranno le gesta di questi tecnici, allora raggiungere quel livello". Triplo KO per 1-0 contro le milanesi e il Napoli: da tifoso giallorosso dichiarato, oltre che da professionista, credi che tali risultati nei "big match" ridimensionino lo status di "contendente allo Scudetto" della Roma di Gian Piero Gasperini? "No perché la Roma non gioca per vincere lo Scudetto e non ha nemmeno l'organico per farlo. Poi nel pallone può succedere di tutto, ma i giallorossi non hanno una rosa da Scudetto. Dunque, quello che sta facendo è già molto importante, grazie a un allenatore di alto livello, degno di quelle posizioni per quanto fatto in carriera come Gasperini. Contro Milan e Inter non meritava di perdere, mentre col Napoli sì: c'è stato un episodio che ha rotto l'equilibrio, ossia il gol; e non parlo delle questioni arbitrali perché non me ne frega niente, si perde solo tempo. A Roma, il Napoli nel secondo tempo, più che nel primo paradossalmente, dove ha avuto più occasioni, ha dimostrato di saper ammortizzare tutti i tentativi dei capitolini; tant'è che Gasperini nel post-partita ha ammesso che la squadra non ha reso come al solito. Con Milan e Inter, la Roma aveva creato tantissimo senza riuscire a portare punti a casa per 'volere del pallone', mentre contro il Napoli i calciatori non erano al meglio dal punto di vista fisico. Detto questo, non credo sia una formazione ridimensionata". Milan fuori dalla Coppa Italia, unica tra le grandi del campionato, per mano della Lazio: come muta la corsa Scudetto in virtù del suddetto accaduto? "Non credo mai ai pronostico ed evito di farli perché li sbaglio sempre, ma quest'estate avevo detto che Milan e Napoli si sarebbero contese lo Scudetto. A maggior ragione, dopo l'uscita dei rossoneri dalla Coppa Italia, confermo la mia idea". Napoli-Juventus sarà, tra le altre cose, lo scenario del primo ritorno di Luciano Spalletti sotto i riflettori dello Stadio Maradona da avversario: fossi un tifoso azzurro, che accoglienza riserveresti al nativo di Certaldo? "Come un allenatore ha fatto vincere lo Scudetto al Napoli, come bisognerebbe accoglierlo? Diversamente? Non credo. È l'allenatore che ha vinto il primo tricolore dopo Maradona: questa è l'accoglienza che merita. Spalletti è un uomo di grande sensibilità, per cui avrà delle emozioni particolari. Credo che i professionisti, in certi casi, debbano saper gestire le emozioni. Luciano è una persona di grandi contenuti, valori e vibrazioni emotive: a far la differenza sarà la capacità gestire i sentimenti. Il pubblico del Maradona dovrà capire ciò che proverà perché, in parte, sarà quello che loro proveranno rivedendolo sul terreno del proprio stadio con la casacca di un'altra squadra. Aggiungo come, sinceramente, si stia caricando eccessivamente di attesa questa partita: siamo alla 14ª giornata! Sta diventando una specie di psicodramma anticipato. Seppur sia un tifoso anch'io e soffra come tutti determinate vigilie, bisogna anche un po' razionalizzare e dire: 'Siamo alla 14ª giornata!'". Lobotka out (almeno) 3 settimane: sarebbe così folle schierare Vergara titolare dal 1° minuto al fianco di McTominay in mediana? "In una partita di questo tipo, eviterei di gettare nella mischia un ragazzo giovane, di ottime prospettive e di mettergli una responsabilità così grande sulle spalle. Magari Conte la pensa diversamente rispetto a me e lo fa giocare dall'inizio, ma vista la duttilità e le capacità tecniche di Elmas, uno dei calciatori più sottovalutati della Serie A, perché devo buttare sulle spalle di un ragazzino tutta questa responsabilità? Io non credo a quei discorsi banali in cui dicono 'All'estero li mettono in campo"; no! Li mettono in campo che sono già fortissimi. In questo momento, il Napoli è in emergenza: metti un ragazzino al fianco di un McTominay già fuori ruolo? O perlomeno ritornato nella posizione che occupava al Manchester United con José Mourinho? Io non lo farei, ma magari Conte decide di farlo e ci indovina: sicuramente ne capisce più di me". Lo scontro di domenica si andrà ad aggiungere alla lista dei numerosi confronti tra Napoli e Juventus che hai avuto l'onore di commentare nell'arco della tua carriera: di quale, compresi quelli giocati a Torino, conservi il ricordo più bello? "Non si tratta di ricordi più belli, ma di partite che ti tolgono il respiro. Forse la gara del gol di Koulibaly, per ciò che stava accadendo in campo, è stata quella con più pathos. Devo dire però che, quando penso a Napoli-Juventus, anche se non l'ho commentato, mi torna in mente quel calcio di punizione del '10': me lo sogno ancora la notte! A me piacciono i gesti tecnici, piace vedere i campioni; guardare, per esempio, Higuain sia con la maglia del Napoli che della Juventus. Le partite di pallone sono questo: si torna a casa entusiasti o con l'amaro in bocca, ma si vive un'emozione in ogni caso". Qual è, invece, la rete del Napoli per cui ti sei emozionato maggiormente in radiocronaca? "Tra quelle commentate, il gol di Kvaratskhelia dell'Atalanta mi ha esaltato. Ripeto: io impazzisco per i grandi tecnici. Quella giocata del '77' mi esaltò: sterzata, controsterzata, passo doppio e botta forte in porta... A me ormai vengono le bolle quando vedo i calciatori tirare a giro: mi urtano un po' i nervi. A me piace ammirare gli attaccanti che spaccano le porte. Dunque, quando vedo l'abuso di questo tipo di conclusione, ormai divenuta scontata perché i portieri sanno che l'attaccante va a cercare quell'angolo, mi innervosisco. A me piace il tiro forte, anche centrale, sotto la traversa. Io ero abituato a Batistuta che incrociava da destra quando riceveva il pallone in diagonale... Ho visto portieri spostarsi perché 'Se questo mi prende, mi fa male!'. A me piacciono quegli attaccanti che si spostano di continuo la palla e concludono con un tiro potente: quello mi piace tantissimo". In chiusura, una menzione all'uomo a cui è intitolato l'impianto dove Napoli e Juventus si affronteranno questo weekend. Non ho potuto fare a meno di notare come una foto di Diego Armando Maradona sia la tua immagine di profilo su WhatsApp; la domanda, pertanto, mi sorge spontanea: cosa significa e cosa rappresenta per te il compianto "Pibe de Oro"? "Penso che la sua forza sia proprio il fatto di non sapere cosa rappresenta per la vastità di cosa rappresenta. Diego rappresenta talmente tanto che non sono capace nemmeno di dirlo. Ci ho provato a spiegarlo, anche negli spettacoli che porto a teatro, ma mi riesce sempre molto complicato. Ogni volta che cerco di farlo, noto che mi manca qualcosa. Pertanto, è proprio l'incapacità di spiegare quello che rappresenta per me Maradona a spiegare la sua importanza nella mia vita". A cura di Alex Iozzi © RIPRODUZIONE RISERVATA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE CALCIONAPOLI1926.IT