9Attaccante
attila sallustro

Attila Sallustro

  • Nazionalità:Italia,Paraguay
  • Età:115 (15 dicembre 1908)
  • Altezza:1.74 m
  • Peso:74kg
  • Piede:Destro
  • Valore di mercato: mln

PROFILO

Tutto su Attila Sallustro, storico attaccante della SSC Napoli e della Nazionale italiana: biografia, carriera e scheda tecnica.

Attila Sallustro, la biografia

Attila Sallustro ha legato la sua carriera agonistica principalmente al Napoli, squadra nella quale militò dal 1926 al 1937 per 11 stagioni (più una stagione tra le file dell'Internaples, squadra antesignana del Napoli), rimanendo a lungo il calciatore azzurro con più reti in tutte le competizioni e diventando il primo divo in maglia azzurra. Nato il 15 dicembre 1908 ad Asuncion, in Paraguay, figlio di Anna D'Amato e Gaetano Sallustro, ebbe due fratelli minori: Oreste, anch'egli calciatore, e Oberdan, che divenne dirigente FIAT in Argentina e venne sequestrato e ucciso da un commando di rivoluzionari argentini nel 1972. Sposatosi nel 1934 con la popolare soubrette Lucy D'Albert, spesso accusata di essere una delle cause del declino dell'attaccante, ebbe da lei un figlio, Alberto. È soprannominato Veltro, un cane da caccia veloce e rapido, che ricorda la rapidità dei suoi scatti e delle sue progressioni offensive.

Attila Sallustro, la carriera

Giovanili nell'Internaples

Sallustro iniziò a giocare a calcio all'età di 8 anni per migliorare le sue precarie condizioni di salute, a causa delle febbri reumatiche. Arrivò a Napoli con la famiglia all'età di 12 anni, nel 1920. Notato da un osservatore, venne inserito nelle giovanili dell'Internazionale Napoli: dalla fusione di questa con il Naples nacque l'Internaples, di cui Sallustro divenne centravanti a 17 anni. Nel suo primo campionato, nel 1925/26, il giovane oriundo segnò dieci reti in 13 presenze, e anche grazie al suo contributo la squadra raggiunse la finale della Lega Sud, dove fu sconfitta dall'Alba Roma conquistando comunque la promozione in Divisione Nazionale.

Napoli

L'anno successivo, nel 1926/27, con la nascita dell'AC Napoli con presidente Giorgio Ascarelli, ne divenne attaccante titolare. La prima stagione della nuova compagine fu però fallimentare: inserita nel Girone A, la squadra partenopea raccolse solo un punto in diciotto gare (frutto di un pareggio in casa contro il Brescia), con Sallustro che mise a segno una sola rete (siglata in Inter-Napoli 9-2 del dicembre 1926) pur giocando tutte le gare da titolare. Il Napoli fu ripescato per motivi geografici e nella stagione successiva migliorò le sue prestazioni, ottenendo la prima vittoria nella massima serie alla prima giornata nel match vinto per 4-0 contro la Reggiana, con gol di Sallustro. L'attaccante mise a segno 5 reti in 10 presenze, ma i partenopei chiusero al terzultimo posto, ripescati ancora una volta grazie all'allargamento dei gironi da undici a sedici squadre. La stagione 1928/29 segnò un deciso miglioramento: il Napoli arrivò ottavo su sedici nel Girone B, a pari merito con la Lazio, soprattutto grazie all'apporto di Sallustro autore di 22 reti in 28 gare disputate (di cui ben cinque in un Napoli-Reggiana del 12 maggio 1929 vinto dai partenopei per 6-2). Lo spareggio per la partecipazione alla futura Serie A si giocò a Milano il 23 giugno 1929 e terminò 2-2: la ripetizione della gara non venne effettuata in quanto la FIGC promosse un ulteriore allargamento da sedici a diciotto squadre. Nel primo campionato di Serie A a girone unico nel 1929/30, il Napoli di Sallustro raggiunse un insperato quinto posto, con l'oriundo autore di con Sallustro autore di 13 reti in 31 partite. L'anno successivo, nonostante un buon inizio, le prestazioni della squadra calarono sul finale di campionato, a causa (secondo molti) della partenza di Sallustro per adempiere al servizio militare. La fama del giovane oriundo arrivò a Napoli a livelli altissimi: la stessa cosa si sarebbe verificata molti anni più tardi solo per Diego Armando Maradona. Il padre, considerando disdicevole che prendesse soldi per fare un'attività sportiva, gli impose di giocare gratis: l'attaccante cominciò a ricevere uno stipendio solo nel 1932 quando, passato professionista, riceveva 900 lire al mese di stipendio (salito poi a 3.000 lire negli anni in cui fu capitano). La fama raggiunse livelli tali che in quegli anni ricevette in regalo una Balilla 521: con la stessa investì un passante che, riconoscendolo, gli disse: "Scusate tanto, è colpa mia. Voi potete fare tutto quello che volete...". La stagione 1934-35 segnò un calo rispetto a quelle precedenti. Sallustro fu multato di 2.500 lire in quanto accusato di "scarso impegno": per tutta risposta, l'oriundo saltò gli allenamenti per due mesi e, di conseguenza, marcò in campionato 7 reti in sole 20 presenze. Le ultime due stagioni in azzurro furono in chiaroscuro. Sallustro fece registrare sette reti in 26 presenze nella sua penultima stagione, e tre marcature in 8 gare nell'ultima annata con la maglia azzurra. In totale, con la maglia del Napoli l'oriundo disputò undici campionati segnando 104 reti in campionato, 1 in coppa Italia e 1 nelle coppe europee.

Salernitana

Sallustro passò nella stagione 1937/38 alla Salernitana, che guadagnò subito la promozione in Serie B: nella stagione seguente la squadra non riuscì però a ottenere la salvezza, terminando in diciassettesima posizione il campionato e retrocedendo nuovamente in Serie C. Sallustro marcò una sola rete in 14 presenze, per un breve periodo ricoprì anche l'incarico di allenatore della squadra e si ritirò dal mondo del calcio giocato al termine della stagione.

La Nazionale

Il 1º dicembre 1929 fu il primo giocatore del Napoli a giocare in Nazionale, vestendo la maglia azzurra nell'amichevole vinta per 6-1 contro il Portogallo, con la quinta rete siglata da Sallustro. In seguito, fece registrare in Nazionale solo un'altra presenza, nel febbraio 1932, nella gara vinta per 3-0 contro la Svizzera. Marcò inoltre due presenze con la Nazionale B, nel 1930. Con la Nazionale universitaria conta una presenza ed una rete segnata nell'incontro contro la Boemia.

Dopo il ritiro

Dopo il ritiro dal calcio giocato, Sallustro si stabilì con la famiglia a Roma e intraprese la carriera di allenatore. Nel 1960 tornò a Napoli nelle vesti di direttore del nuovo stadio San Paolo, incarico che mantenne per oltre vent'anni fino al 1981. Nel maggio 1961 ebbe una breve parentesi come allenatore dei partenopei, subentrando ad Amedeo Amadei nelle ultime due gare del campionato, perdendole entrambe, così gli azzurri finirono penultimi e tornarono in Serie B. Morì a Roma il 28 maggio 1983, all'età di 74 anni. A lui sono dedicati una strada nel quartiere di Ponticelli, a Napoli, un piazzale a Casavatore, una strada a Pomigliano d'Arco e lo stadio comunale di Carbonara di Nola.

CARRIERA CLUB

StagioneSquadra
Campionato
CompPresReti
Coppe Nazionali
CompPresReti
Coppe Continentali
CompPresReti
Altre Coppe
CompPresReti
Totali
PresReti
1925/26InternaplesPD13101310
1926/27NapoliDN181181
1927/28NapoliDN105105
1928/29NapoliDN28222822
1929/30NapoliA31133113
1930/31NapoliA29112911
1931/32NapoliA26122612
1932/33NapoliA30193019
1933/34NapoliA255CEC31286
1934/35NapoliA207207
1935/36NapoliA267CI21288
1936/37NapoliA184CI31215
1937/38SalernitanaC00
1938/39SalernitanaB141CI10151

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