E il gesto fatto da un soldato durante la partita ha fatto capire che il re ha la situazione salda tra le mani: Simeone che da terra al 90’ mette la testa per arrivare sulla palla è il simbolo di questo Napoli. La forza della squadra è in un centrocampo mostruoso: Lobotka dirige l’orchestra e recupera palloni, McTominay è ovunque ed è una costante spina nel fianco con i suoi inserimenti, Anguissa è ormai un goleador ed ha sicuramente bevuto il Latte+ (la famosa bevanda di Arancia Meccanica ndr). La difesa è un muro e anche senza il suo leader Buongiorno, è insuperabile. Come con l’Atalanta il gol subito è arrivato su un rimpallo fortuito: solo così possono segnare gli avversari! Passiamo poi all’attacco con le due frecce, Neres e Politano, che non si stancano mai: avanti e indietro per il campo, pungono e difendono facendo impazzire i loro marcatori. La ciliegina sulla torta è Romelu Lukaku: gol a San Siro col Milan, gol casalingo con la Roma, ancora a segno sul campo di Fiorentina e Atalanta, e poi un rigore che pesava come un macigno che ha steso la Juve al Maradona. E che dobbiamo dire? Ha esultato zittendo critici e tifosi bianconeri.
Poche parole per descrivere la situazione attuale in casa Napoli: un meccanismo perfetto con una struttura verticale che resiste anche ai venti del mercato. Via Kvara ma la mancanza non si è mai sentita. Si temporeggia, giustamente, per trovare il sostituto: va fatta un’analisi approfondita per trovare un uomo da inserire in questi ingranaggi che non vanno toccati. Certo, chi sta in panchina è qualitativamente inferiore ai titolari, ma quando gioca dà tutto per i compagni e per la maglia. Tecnicamente la squadra può migliorare nei singoli, ma come gruppo il miracolo è già stato fatto: il re Conte ha alzato lo scettro e il popolo si è inchinato. Ora non resta che aspettare: la campagna d’Italia è lunga e solo alle porte dell’estate sapremo se la guerra verrà vinta oppure no.
A cura di Giovanni Frezzetti
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