Con la Fiorentina la partita è stata perfetta: il risultato giusto sarebbe stato un netto 3-0 senza sofferenza. Invece, quel gol da fuori e il piccolo calo fisico negli ultimi 20 minuti hanno scritto una storia leggermente diversa, ma pur sempre lieta. I cambi non sono arrivati per paura di intaccare l’equilibrio che la squadra aveva in campo. Questo Napoli è sì anima e cuore, ma anche strategia e testa. Nulla è lasciato al caso e le scelte, anche forti, sono sempre motivate da questioni che agli occhi di uno spettatore sembrano spesso incomprensibili. Eppure eccoci lì, fianco a fianco e punto a punto a battagliare con l'Inter, squadra attrezzata per dominare e vincere tutto. Invece, il Napoli in tutte le sue difficoltà e all'anno 0 della sua ricostruzione è in scia e non ha intenzione di mollare fino alla fine. Per questo si aspettano a braccia aperte i rientri di Neres e Anguissa, per avere tutta la rosa al completo e zero scuse dietro cui nascondersi. Qualunque sarà il finale saremo tutti lì ad applaudire: il Napoli è anema e core, è testa e programmazione. Conte lo sa che è solo questione di tempo e si è legato a doppio filo alla città, e con lui tutto il suo staff. La strada è solo tracciata, la vittoria è scritta nel destino: la storia verrà riscritta ancora, contro tutto e tutti (come disse Diego), come quel 4 maggio 2023 che per qualche giorno verrà soppiantato nella memoria da un'altra data che porterà con sé un altro numero 4.
A cura di Giovanni Frezzetti
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