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editoriali

Tre generazioni d’amore

(Photo by SSC NAPOLI/SSC NAPOLI via Getty Images)

Nell’anno più difficile, tra i recenti, per il Napoli e nell’anno assolutamente più complicato e imprevedibile a livello mondiale a causa della pandemia da coronavirus, si realizza una storia d’amore attesa per anni. Sognata e sussurrata,...

Sabrina Uccello

Nell’anno più difficile, tra i recenti, per il Napoli e nell’anno assolutamente più complicato e imprevedibile a livello mondiale a causa della pandemia da coronavirus, si realizza una storia d’amore attesa per anni.

Sognata e sussurrata, fatta di coincidenze e congiunzioni fino al compimento del destino scritto.

Demme sognando Napoli

Il 21 novembre del 1991 a Herford in Germania nasce Diego Demme. Papà Enzo, di Scandale in provincia di Crotone, chiama così suo figlio in onore del calciatore che ha scritto indelebilmente la storia della squadra del suo cuore: Diego Armando Maradona.

Il nome è destino, dicevano i latini. E infatti Diego per tutta la vita rincorre il sogno di giocare con la maglia azzurra. 

Arminia Bielefed, Paderborn, Lipsia sognando una chiamata dall’Italia. E nell’intervallo tra una stagione sportiva e l’altra, le vacanze sul lungomare. 

E in fondo la sua innata, perché genetica, passione per i colori azzurri è stata alimentata nel corso del tempo da tenere coincidenze: nel 2017, quando Diego Demme ottiene la prima convocazione con la Nazionale tedesca, telefona a suo padre. Quel giorno, Enzo Demme risponde alla chiamata mentre passeggia per i Quartieri Spagnoli. Ogni tanto non può mancare una toccata e fuga tra i vicoli più caratteristici della città partenopea.

Sfiorando l'azzurro

L’anno precedente, invece, la famiglia Demme aveva trascorso proprio nel capoluogo campano il Capodanno, per cui per Diego Napoli non ha il richiamo sconosciuto di un luogo del quale ha solo sentito parlare. Il centrocampista azzurro conosce già la sua meta, deve soltanto arrivarci.

 (Photo by Ronny Hartmann/Bongarts/Getty Images)

In parte vi approda due anni dopo, quando Lipsia e Napoli si sfidano ai sedicesimi di finale di Europa League e saranno i tedeschi, nel doppio confronto, ad avere la meglio. 

Si compie il destino

Bisogna attendere l’esonero di Carlo Ancelotti e l’arrivo sulla panchina del Napoli di Rino Gattuso affinché i propositi si realizzino per davvero. Ringhio, calabrese come Demme, lo individua per il suo centrocampo. Stessa tempra da lottatori, al punto che da sempre Diego ha confessato di essersi sempre ispirato a lui per l’interpretazione del suo ruolo a metà campo.

L’ultima volta Demme si era immortalato in un ristorante napoletano il 26 settembre del 2019 e tre mesi dopo, fa le valigie per trasferirsi definitivamente in città. È uno dei primi acquisti invernali del Napoli, in affanno da regista e muscoli a centrocampo, e infatti debutta il 14 gennaio con la maglia azzurra.

 (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Si tratta della gara di Coppa Italia contro il Perugia. La sfida dell’esordio, in occasione del quale già dimostra di essere davvero al posto giusto e ci si domanda: quanto pazzo o innamorato dev’essere per lasciare il Lipsia, che in quel momento lottava per vincere la Bundesliga, rinunciare ai gradi di capitano per approdare in una squadra sprofondata negli abissi della classifica?

Ha fede Diego. Crede in D10S e nella magia del suo tempio.

Un giro di boa e Demme diventa imprescindibile. La prima rete col Napoli la mette a segno il 3 febbraio a Marassi, Sampdoria-Napoli 2-4.

(Photo by SSC NAPOLI/SSC NAPOLI via Getty Images)

Storia di una serie d’incroci che culminano oggi nella notizia più bella, che porta le risposte a tutte le domande: ha fatto bene Diego Demme ad accettare l’appuntamento col destino.

Ha vinto la Coppa Italia, quando il Napoli non alzava al cielo un trofeo dal 2014.

Il 27 giugno 2020 termina la Bundesliga e il Lipsia non vince il campionato, già archiviato con anticipo e messo in bacheca dal Bayern Monaco per l’ottavo anno consecutivo.

Nel frattempo, a Napoli, nella stessa giornata, nasce suo figlio. Un fiocco rosa su una casa che affaccia sul Vesuvio.

Tre generazioni affinché si realizzasse il sogno: arrivare a Napoli, restarci ed averne il DNA.

What else?

di Sabrina Uccello

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