Ha scosso tutto: lo spogliatoio, l’ambiente, perfino la dirigenza. Nessun compromesso, nessun alibi. Il suo messaggio è stato netto fin dal primo giorno: “Qui si viene per vincere, non per partecipare.” E Napoli ha capito. Dopo anni di bel gioco, la città ha riscoperto il sapore della battaglia, quello autentico, che ti tiene sveglio la notte e ti accende lo stomaco alla domenica. Grinta, fame, sangue caldo: Conte ha portato un’altra temperatura emotiva. Il suo Napoli non è perfetto, ma è vivo. Gioca per vincere, contro chiunque, ovunque. E se oggi, a cinque giornate dalla fine, può ancora guardare lo scudetto negli occhi, è perché l’allenatore ha dato un’identità, ha rimesso il fuoco al centro. Nemmeno il silenzio del mercato invernale l’ha frenato. Ha tenuto la barra dritta, ha fatto quadrato con chi c’era. Ha chiesto rispetto, e l’ha ottenuto. Da tutti.
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