La prima di Luciano Spalletti alla guida del Napoli – stagione 2021-2022 – ha segnato un punto di svolta. L’allenatore toscano arrivava in una città ferita, reduce da una dolorosa esclusione dalla Champions e avvolta dall’incertezza. Ma Spalletti non fece rumore. Lavorò in silenzio, rimise a posto le idee e le gambe della squadra, riportando gioco, ordine, dignità. Gettò le basi per uno scudetto atteso 33 anni, che avrebbe poi conquistato nella stagione successiva. Tre anni dopo, è toccato ad Antonio Conte. Un altro nuovo inizio, ma dal sapore diverso. Niente diplomazia, poche carezze: Conte è arrivato con uno sguardo che non ammette repliche. È venuto per vincere. E lo ha fatto capire da subito, con quella fame negli occhi che diventa contagiosa, che accende lo spogliatoio e infiamma una piazza che non chiede altro. Napoli ha risposto, perché Napoli riconosce chi lotta, chi non si nasconde, chi si prende il peso del sogno e lo trasforma in obiettivo. Spalletti ha ridato orgoglio. Conte vuole scrivere la storia.
editoriali
Conte come Spalletti? No, è un’altra storia. Ecco perché
Spalletti ha ricostruito, Conte vuole vincere subito. Il Napoli cambia pelle, ma non smette di credere allo scudetto.