Zielinski, croce e delizia. Il polacco, voluto fortemente da Maurizio Sarri, avrebbe dovuto compiere un salto di qualità e consacrarsi in azzurro. Il problema, però, è che il centrocampista alterna momenti di grande estro e doti sopra la media a prestazioni opache. Quella contro il Lecce rappresenta l’ennesima dimostrazione: un calciatore poco incisivo e svogliato. Al di là del risultato e degli errori arbitrali, nel gruppo azzurro alcuni elementi non sempre sembrano essere convinti e motivati sul terreno di gioco.
ZIELINSKI ED IL COMPORTAMENTO SUL GOL DI MANCOSU
Quanto accaduto in campo, contro il Lecce, è l’ennesima prova della poca grinta e cattiveria del polacco. Sullo 0-0, al centro dell’area, impatta di testa a pochi passi dalla porta avversaria. Ma arriva sulla palla con poca determinazione e non indirizza a dovere. Risultato? Palla al lato del palo destro difeso da Vigorito.
Ciò che balza all’occhio, però, è il suo comportamento sul calcio di punizione battuto da Mancosu. Il calciatore del Lecce mette a segno un gran gol su punizione, ma c’è qualcosa che non va sul modo in cui si muove la barriera. Ospina, infatti, posiziona 4 uomini a difesa della sua porta: Di Lorenzo, Milik, Maksimovic e lo stesso Zielinski. I primi tre, al momento del tiro, saltano. Il centrocampista, invece, resta ancorato al terreno ed alza solo la gamba. Difficile dire cosa sarebbe successo se avesse seguito il movimento dei compagni, ma la palla passa proprio sulla sua testa.
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