Domenico Arcuri, commissario dell’emergenza Covid-19, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla produzione di mascherine in Italia rispetto a quelle cinesi. Di seguito alcune parole rilasciate alla commissione Affari sociali alla Camera dei Deputati.
Arcuri: “L’Italia sarà in grado di prodursi le mascherine da sé”

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Produzione di mascherine – In giro non si vedono mascherine italiane perché le nostre aziende non sono ancora state in grado di produrne per il fabbisogno nazionale. Presto ci riusciranno, introno settembre: così potremmo fare a meno di quelle cinesi. Abbiamo fatto un accordo con due grandi aziende italiana che stanno producendo 51 macchine che saranno in grado di produrre 31 milioni di mascherine. Dunque la conversione delle imprese e la produzione di certi tipi di macchinari ci fa ritenere che non dipenderemo più dall’importazione dei dispositivi da altri luoghi del mondo.
Il CTS – Con il Comitato Tecnico Scientifico stiamo valutando se introdurre modalità più veloci e meno dipendenti dai reagenti per fare tamponi, come ad esempio le macchine aperte e i kit. L’Italia è il paese in cui si fanno più tamponi al mondo. Ma ancora non ne facciamo abbastanza.
Risposta a Noja – Ringrazio l’onorevole Noja (Lisa Noja, di Italia Viva, ndr) per l’approfondimento sul sistema che fornisce i dati. Lungi da me il dichiarare che sia disonesto chi contesta i dati: io cerco sempre di misurarmi con le legittime contestazioni, purché siano informate.
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