Il Napoli arriva a Brescia con la speranza di risollevarsi e spazzare via l’alone di una stagione insulsa, sfortunata e piena di ostacoli. La squadra di Gattuso si prepara all’ennesimo esame di maturità, perché vincere a Brescia significa proiettarsi in una dimensione diversa: una squadra capace di reagire. Di dire la sua. Di imporsi al campionato non all’altezza. Perché così deve essere.
A Brescia Hamsik scrive la storia con Lavezzi
In passato Brescia è stata una tappa importante per gli azzurri. Non ci sono tanti precedenti, ma uno degli ultimi in Serie A segna proprio il salto di qualità che di cui i partenopei hanno bisogno proprio in questo momento. Si tratta del 2010, 31 ottobre. Gli azzurri si presentano a Brescia con ambizioni da grande, da top team. Mica banale.
Si tratta del Napoli di Mazzarri e del Matador Cavani: una squadra che poi si rivelerà senza pietà e con grandi qualità. Carattere, grinta e forza. Così gli azzurri diventeranno grandi. Così Mazzarri li mise in campo: davanti il tridente – che sarà delle meraviglie – Lavezzi, Hamsik e Cavani.
Un Napoli guardingo, attento e pronto a sfruttare gli errori degli avversari. Un punteggio bloccato sullo 0-0, senza correre troppi rischi. La classica partita dove c’è bisogno del cambio passo, il colpo del genio.

Un assist che sa di grande
Strano ma vero, il colpo di classe passa proprio da colui che venerdì potrebbe essere sorpassato nella storia azzurra da Dries Mertens. Si tratta di Marek Hamsik, quello slovacco che poi sarà capitano. Minuto 77: pallone nella mischia bresciana, Hamsik controlla, dribbla e serve Lavezzi a porta vuota. Gol.
Un colpo di magia, inconscio. Sì, Marek non conosceva il suo futuro da simbolo. Da bandiera. Proprio lì, quasi 10 anni dopo, Dries Mertens avrà l’opportunità di agganciare quel mostro sacro che ha trascinato tra le grandi il Napoli.

Perché la vittoria di Brescia candidò il Napoli nel diventare grande. Così come dovrà fare Ciro venerdì. Il Napoli attende di manifestare la sua enorme classe, la qualità vera e propria. Solo attraverso un campione come Mertens – come in passato Hamsik – si potrà, perché la classe non è acqua.
Ora è il momento di scrivere la storia, è il momento di tornare grandi. Così come a Brescia nel 2010, così come (dovrà essere) a Brescia nel 2020. Questa volta nel segno di Ciro. La matematica racconta -1, la storia si rinnoverà?
di Alessandro Silvano Davidde
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