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Spalletti: “Non ho rifiutato il rinnovo, né altre offerte. Tutto definito a cena con ADL”

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Domani andrà in scena al Maradona la partita tra Napoli e Inter, valida per il 36esimo turno di Serie A. Alla vigilia dell'impegno con i nerazzurri, l'allenatore italiano è intervenuto in conferenza stampa a Castel Volturno
Edoardo Riccio
Edoardo Riccio Giornalista 

Quest'oggi Luciano Spalletti, tecnico del Napoli, è intervenuto in conferenza stampa da Castel Volturno, alla vigilia della partita con l'Inter, super gara che si giocherà al Maradona. Come di consueto, l'allenatore si sottopone ai quesiti di diversi giornalisti sui temi caldi (sia tecnici che non) riguardanti la seconda parte della stagione. In seguito alla conquista dello scudetto e all'impresa storica, gli azzurri sono a caccia di un successo con i brianzoli per inseguire il record dei 91 punti di Sarri.

La conferenza di Spalletti

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Di seguito le dichiarazioni dell'allenatore italiano in conferenza stampa: Si sente con le ali tarpate? "Non so cosa significa l'espressione del presidente, non è inerente a ciò che ci siamo detti a cena. Non ci vogliono un paio di ali, ma di stivali per ciò che io voglio. Non ho da volare da nessuna parte. Per quanto riguarda il contratto, dovrà parlare il presidente. Ho definito tutto nella cena fatta, è tutto chiaro da quella sera. Parlerà la società". È difficile ripetersi? "Il Napoli avrà un futuro importante, sono stati ingaggiati calciatori corretti. È più agevole allenare ora il Napoli, rispetto a quando sono arrivato. Io ho coraggio, siete voi a non avere coraggio". Pensieri sulla partita di domani? "Abbiamo ancora tanti stimoli, i calciatori scelti dalla società hanno tutti dentro di loro una disciplina verso loro stessi. L'aspetto più stimolante è che il Napoli ha battuto tutte le squadre del campionato tranne l'Inter. Questo è decisamente stimolante. Complimenti ai nerazzurri, ma anche alla Roma e alla Fiorentina. Sono risultati importanti, benevoli per tutto il calcio italiano".

Questo gruppo ha ancora margini di crescita? "Diventa difficile prevederlo, bisogna scendere nei dettagli. Mettere le mani ed ambire a qualcosa di importante decisamente sì. Sono tutti ragazzi giovani, hanno mostrato il loro potenziale. È leggibile dove andare a cambiare qualcosa per migliorare. È stato caotico quando sono arrivato, c'erano pochi punti fermi dai quali ripartire per costruirci sopra una base solida. Sono tutti fantastici, il presidente stesso ha ribadito il fatto che questa squadra può lottare per traguardi prestigiosi come la Champions". Una lettera ai napoletani? "Si è già detto che ho dedicato tutto il tempo che avevo. Ho dedicato le mie capacità e possibilità, ho tentato di dare sempre il massimo per la mia esperienza. Ho ricevuto molto di più rispetto a ciò che ho dato, soprattutto dopo l'ultima partita. Resterà indelebile".

Nel futuro potrebbe non esserci il calcio? "Senza fare giochini, non c'è stata necessità di fare nessuna trattativa. Non ho da pagare nessuna clausola e non ho rifiutato un aumento. Non ho ricevuto offerte. Non sono in attesa di nessun'altra squadra". Qual è l'epicentro delle sue vecchie dichiarazioni inerente al sentimento dei tifosi? "Me lo sono domandato al primo anno al Napoli. C'è da esibire un calcio, un risultato e tante cose perché qui si conoscono tante cose e si è avuti a che fare con tante cose. Me lo sono domandato al termine della prima stagione. C'è stata da migliorare quella posizione, e fin dal primo giorno di allenamento ho ribadito il concetto di vincere. Bisogna lottare per vincere la Champions...". Lei è felice? "Non lo so... Quando arrivo sul pianereottolo di casa non so quale porta aprire: 'Felicità' o 'Infelicità'? Ma vivere quei momenti meravigliosi è bellissimo. È bello ricevere abbracci dai bambini e dalle persone le quali amano il Napoli. La vera felicità è rendere felice gli altri".

Preferenza tra qualcosa di ex novo o qualcosa di già iniziato? "Dipende dalle situazioni, dai momenti, da numerosi aspetti. In questo mestiere si vuole vincere ed allenare squadre forti come il Napoli. Qui non si può gestire la cosa, bisogna portare a casa trofei e riconoscimenti i quali possono rendere felici gli altri. Il livello qui è top, la qualità assoluta, l'ambiente a volte crea difficoltà, ma la città rimette tutto in ordine. C'è un sentimento per questi colodi modella nuovamente tutto, anche i miei errori. Napoli è particolare, la cultura e la lingua della città sono difficili ritrovarli in altri luoghi. E questi aspetti impongono di tentare di andare oltre il proprio limite. Fare l'allenatore a Napoli bisogna avere ambizioni importanti". A quale calciatore non rinuncerebbe? "L'insieme dovrebbe essere la priorità. Questa squadra è vincente a prescindere da Osimhen e Kvara. Ha lavorato bene la società, sono stato messo nelle condizioni di svolgere un grande lavoro. Ma tutto il Napoli ha operato benissimo, anche se ho penalizzato qualche giocatore, il quale ha sempre offerto la propria disponibilità. Li abbraccio tutti".

L'ipotesi Juventus è da scartare? "Sono stato già ripagato, sono a posto. Ogni anno alla mia età devo fare l'inventario di ciò che mi gira nel cervello. Posso parlare solo di quest'anno". Quanto è stata stancante questa annata? "Sto benissimo. Duro sempre la stessa fatica, penso al calcio 24 ore al giorno. Quando si arriva in fondo emerge stanchezza, ma tutto dipende da come si vuole ripartire. La cosa scorretta è legata al non avere la condizione corretta per un ambiente simile. De Laurentiis è bravo a tirare la corda, è bravo in queste situazioni. Ma è una cosa che tutti dovremmo fare. Se decidessi di ripartire, ripartirei al 1000 all'ora anche contro tutti per il bene della squadra".