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Salvatore Masiello: “Rifiutai il Napoli. Maksimovic mi ha confessato una cosa”

TURIN, ITALY - JANUARY 26:  Salvatore Masiello of Torino FC in action during the Serie A match between Torino FC and Atalanta BC at Stadio Olimpico di Torino on January 26, 2014 in Turin, Italy.  (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

L’ex calciatore Salvatore Masiello, fratello di Andrea, difensore del Genoa, ha rilasciato quest’oggi alcune dichiarazioni ai microfoni di 1 Station Radio. RESTA AGGIORNATO Le parole di Salvatore Masiello “Negli anni ad Udine ho...

Tony Sarnataro

L'ex calciatore Salvatore Masiello, fratello di Andrea, difensore del Genoa, ha rilasciato quest'oggi alcune dichiarazioni ai microfoni di 1 Station Radio.

Le parole di Salvatore Masiello

 (Getty Images)

“Negli anni ad Udine ho giocato poco, ma è stata un’esperienza che mi ha aiutato a crescere. Già solo lavorando con calciatori del calibro di Iaquinta, Di Natale e Pepe, si migliora. Terzino sinistro per il Napoli? Hanno sempre avuto questo problema sulla corsia mancina, al di là di Ghoulam. Opterei per prendere un calciatore italiano, magari un mix: un giovane accompagnato da uno di esperienza. Parisi e Tripaldelli potrebbero essere profili interessanti. Io al Napoli? Sono stato vicinissimo all’azzurro, ma quando ero in A e loro in B, rifiutai per poter disputare il massimo campionato. L’anno dopo, accadde la situazione inversa, e Marino, forse, si legò al dito il mio no e non si concluse l’operazione. Da napoletano e tifoso del Napoli, sarebbe stato fantastico. Avrei usato la responsabilità di essere partenopeo per dare il massimo. Maksimovic? Lo vidi a Torino, mi ha rivelato che vorrebbe rinnovare. Tutino? Se fossi in lui, da calciatore che ha appena conquistato la A, penserei più di restare nella mia attuale squadra che approdare in un Napoli e non giocare mai. Ciò che fa decidere, però, è anche l’offerta economica".

Polemiche post Benevento-Cagliari

 (Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

"Provocazione sul non volere tre squadre campane? Chi giudica è il campo, nessun altro. Oggi, con le tecnologie, il calcio è cambiato: devi disputare ogni partita al 100% per evitare polemiche. Zamparini? Ho un debole per lui. È stato il mio presidente da quando avevo 14 anni. Mi ha portato prima a Venezia, e poi al Palermo. Persone che fanno calcio come lui, con entusiasmo e anche iniziativa imprenditoriale, sono poche. In Italia manca un presidente di questo tipo, sono le persone che portano entusiasmo in piazze come Napoli, Palermo o Roma. Quando ero al Bari, ad esempio, Matarrese ci donava un premio ad ogni partita vinta, nonostante le difficoltà in cui viveva la società. Oggi sono tutti imprenditori con la paura di gettare soldi. Come il Torino, il presidente granata pensa al fatturato, vendendo i giocatori importanti e quest’anno hanno fatto fatica”.