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Spalletti supera l’esame di laurea-Milan: e ora? Napoli tra sogni e realtà

Tony Sarnataro

"Il Milan sarà come un esame di laurea", diceva Spalletti appena tre giorni fa

"Il Milan sarà come un esame di laurea", diceva Spalletti appena tre giorni fa alla vigilia del match tra Napoli e rossoneri. L'esame di laurea è stato superato. E ora? Cosa c'è nel futuro degli azzurri?

Spalletti supera l'esame di laurea

Il modo in cui gli azzurri si sono sbarazzati degli avversari, campioni d'Italia in carica e senza KO in campionato da otto mesi, lascia immaginare che il successo sia stato quello della maturità raggiunta. Un Napoli cinico, spietato, capace di vincere da grande. Da top team. Abile a soffrire, resistere e poi piazzare il colpo. Ovviamente non è solo la vittoria sul Milan a fare la differenza ma anche quelle antecedenti. Da quella di Roma sulla Lazio al doppio colpo in Champions contro Liverpool e Rangers. Risultato: Napoli primo in classifica in serie A (al pari dell'Atalanta) e primo nel girone europeo. Alla faccia di chi in estate aveva criticato gli azzurri e temuto in una stagione al ribasso. Ma se raggiungere l'apice è facile, è mantenerlo ad essere complicato. Ne sa qualcosa lo stesso Napoli, troppe volte illuso in passato, salvo poi crollare nel girone di ritorno. Andiamo a vedere perché è lecito sognare ma lo è, ancor di più, restare con i piedi ben piantati a terra considerando i tanti precedenti in tal senso.

Napoli tra sogni e realtà

Lecito sognare perché ogni tifoso che si rispetti lo fa. Ma soprattutto perché la serie A di quest'anno non sembra essere come quella degli anni scorsi. Le grandi sono troppo discontinue e non sembra esserci, almeno al momento, una squadra rodata e quadrata come gli azzurri. Tra l'altro il fatto di essere una squadra "nuova", "giovane" e "fresca" può anche disorientare gli avversari. Ancora più lecito però restare con i piedi per terra perché è sempre stato così negli ultimi anni, perché le big come Juve e Inter non possono continuare ad andare così male in eterno. E perché la storia di Spalletti dice che fa partenze sprint salvo rallentare in inverno. Dunque piedi ben saldi a terra.