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Di Marzio: “La mancata esultanza di Mertens fa capire che qualcosa non va”

(Photo by Getty Images)

Il Napoli riesce a portare a casa un punto importante sfidando il Liverpool all’Anfield Di Marzio: “Il Liverpool si aspettava un Napoli morto” A Radio Marte, nel corso di Marte Sport Live è intervenuto allenatore e dirigente...

Claudia Vivenzio

Il Napoli riesce a portare a casa un punto importante sfidando il Liverpool all'Anfield

Di Marzio: "Il Liverpool si aspettava un Napoli morto"

A Radio Marte, nel corso di Marte Sport Live è intervenuto allenatore e dirigente sportivo Gianni Di Marzio:

“Il Liverpool pensava di trovarsi di fronte un Napoli morto e invece ieri ha messo in campo grande carattere, poi Ancelotti ieri ha giocato all’italiana ed ha fatto l’unica gara che poteva mettere in difficoltà i padroni di casa. 

Mertens è un campione, fuoriclasse è Maradona. Ha imparato a fare il centravanti e quel gol di ieri è da bomber. 

Non so se il Napoli possa arrivare quarto in classifica perché nonostante la gara perfetta di ieri, la situazione tra società, allenatore e squadra non so se si sia risolta e quella mancata esultanza di Mertens dopo il gol mi fa capire che qualcosa non va. 

Koulibaly ha dimostrato di essere all’altezza della fascia che ieri ha indossato. Detto questo, il capitano del Napoli è Insigne ed è giusto così”.

La non esultanza del belga

La cosa che maggiormente ha stupito – oltre al gol fenomenale – è la mancata esultanza del belga, ne parla La Gazzetta dello Sport:

“Zittire Anfield e incedere a petto in fuori, senza esultare, con tanta rabbia dentro. È una notte particolare quella di Dries Mertens, che magari sperava di diventare capitano (per anzianità la fascia gli sarebbe toccata). Segnare un gol così bello per scatto, controllo e tiro perfetto con un angolo piccolissimo e un certo Alisson davanti, è roba per pochi eletti. Conoscendo “Ciro” in altri momenti avrebbe tirato fuori qualcuna delle sue esuberanti esultanze, stavolta no. L’amarezza è tanta, è stato messo in dubbio il suo impegno, il suo attaccamento alla squadra. Ma lui è un leader e lo si capisce nel modo in cui tutta la squadra, compreso i panchinari, lo abbraccia al gol, teste e braccia basse, un rito di gruppo più che una esultanza. Del resto le tre settimane che hanno sconvolto il Napoli sono ancora lì. Lasciano ferite difficili da rimarginare”.