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De Laurentiis: “Il Challenge è un diritto sacrosanto, se l’arbitro non va al VAR commette un delitto sportivo”

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Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato un’intervista ai microfoni de Il Corriere dello Sport. Il patron azzurro, intervenuto sulla questione arbitri, ha accennato alla possibilità di fermare il campionato. Secondo la...

Armando Inneguale

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de Il Corriere dello Sport. Il patron azzurro, intervenuto sulla questione arbitri, ha accennato alla possibilità di fermare il campionato. Secondo la sua idea, se diverse squadre "offese" dai torti arbitrali decidessero di coalizzarsi per non permettere il proseguimento della Serie A, avverrebbe la svolta. Si tratterebbe, infatti, di un evento traumatico molto forte.

DE LAURENTIIS SUL CHALLENGE

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«Il challenge è una misura doverosa, forse addirittura tardiva. Per me possono bastare due fiches, una per tempo, spendibili dagli allenatori. I quali hanno diritto di chiedere la verifica dei casi più dubbi e anche di recarsi davanti al monitor insieme con l’arbitro e pretendere una spiegazione della decisione presa. È un diritto sacrosanto»[/caption]

E invece gli arbitri dimostrano di voler fare a meno del Var tutte le volte che possono. 

«Ho sempre sostenuto che è inconcepibile un sistema di assistenza in forma intermittente e facoltativa. Utilizzarlo deve essere un obbligo. Se l’arbitro, per incapacità o per altezzosità, non lo adopera, si macchia di un delitto sportivo, perché compromette un risultato calcistico. Ma il calcio non è solo un gioco. È anche un’industria che produce risultati economici molto significativi per l’intera filiera dello sport»