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Dott. Canonico: “Difficile fermare Osimhen. Kim-Anguissa? Ecco perché hanno la fasciatura”

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Il responsabile dello staff medico ha commentato la stagione rivelando alcuni retroscena: "Anguissa indossa la fasciatura poiché un anno e mezzo fa ha rimediato una microfrattura in nazionale, stesso problema per Kim"
Sara Ghezzi

Nel corso della trasmissione 'Radio Goal' in onda su Radio Kiss Kiss Napoli è intervenuto Raffaele Canonico. Il medico del Napoli ha parlato della stagione vissuta tra infortuni e sosta per il Mondiale. Inoltre ha svelato alcuni retroscena su Osimhen, Lozano, Anguissa, Kim e la gestione delle vacanze. A seguire quanto evidenziato dalla nostra redazione:

"Fermare Osimhen è stato difficile. Vi svelo alcuni retroscena", le parole di Canonico

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Sulla vittoria dello scudetto: "Lo scudetto si vince anche grazie allo staff medico. Voglio ringraziare tutti i componenti perché io ci metto la faccia ma ognuno di loro è fondamentale. Ringrazio il dottor De Luca che potrebbe essere il primo medico in qualsiasi club europeo, ringrazio il nutrizionista Rufolo non amato dai giocatori (ride, ndr.) e a tutti i fisioterapisti: Vincenzo Longobardo, Fabio Sannino, Nicola Zazzaro, Marco Di Lullo, Marco Romano e Paolo Tartaglione. Tutti sono napoletani".


Sulle difficoltà dei giocatori stranieri: "Rendere omogeneo un gruppo parte dal momento dell’acquisto del giocatore. C’è uno scambio con le nostre abitudini di lavoro e quelle che hanno avuto i giocatori fino a quel momento. Il primo ostacolo è la lingua ma l’inglese ci aiuto con l’approccio di giocatori stranieri. Noi non imponiamo subito le nostre abitudini ma ci adattiamo alle loro che poi nel corso della stagione si uniscono. Anche a livello alimentare, ma sono tutti professionisti seri che vogliono lavorare con uno staff di alto livello".

Sulla sosta Mondiale e l'infortunio di Osimhen: "Per noi la sosta Mondiale non è stato un momento difficile da gestire. È stato per noi l’opportunità di un reset e di ricominciare dopo due settimane. Poi siamo andati in Turchia in cui abbiamo trovato una struttura di altissimo livello ed un clima perfetto. Poteva sembrare difficile perché erano 2 mesi, ma a noi ci hanno aiutato perché abbiamo potuto recuperare Rrahmani che aveva rimediato un un infortunio grave contro la Cremonese. Il momento più difficile è stato fermare Osimhen quando c’erano i quarti di finale di Champions League contro il Milan".

Sulle nazionali: "La pausa per le nazionali non sono incubo, però dovremmo sempre riposarci e si sta sempre sull’attenti. Perché domenica finiamo e ci sono altri impegni per le nazionali e l’anno scorso Olivera ha avuto dei problemi. Certo l’ultima sosta abbiamo avuto la sfortuna di dover recuperare Raspadori da un problema abbastanza serio, Osimhen che è tornato infortunato dalla trasferta con la Nigeria e Simeone che si è fatto male con il Lecce. Noi collaboriamo con gli staff medici di tutte le nazionali, ma con alcuni c’è poco dialogo e a volte non ci sono notizie, però i ragazzi sono molto precisi".

Sul recupero di Lozano e la maschera di Osimhen: "Il recupero di Lozano sta andando bene, lui ha avuto un infortunio simile a quello di Demme in Trentino e di Olivera, ma forse era meno grave il suo. Abbiamo deciso per una terapia conservativa, e per i ritiri sarà a disposizione. Osimhen potrebbe giocare senza maschera ma il ragazzo preferisce continuare a giocare con questa perché si sente più sicuro e in alcune circostanze lo ha protetto da alcuni colpi".

Sulle vacanze dei giocatori e il ritiro:  "La prima settimana di vacanza i giocatori vengono lasciati liberi, poi hanno un programma di allenamento preparati da Sinatti, poi ci sono dei nostri suggerimenti e un piano nutrizionale in modo tale da riuscire a tornare bene ad allenarsi senza essere disabituati. La continuità che ti dà una preparazione estiva e di fare le amichevoli senza troppe trasferte e la possibilità di fare il ritiro in due blocchi si può riempire il serbatoio al meglio dosando anche i carichi di lavoro per arrivare al meglio all’inizio del campionato".

Sulle fasciature di Anguissa e Kim: "Anguissa gioca con la fascia alla mano perché un anno e mezzo fa ebbe un trauma con microfrattura in nazionale e gioca con questa fascia che gli permette di dargli maggior stabilità come anche per Kim. Una protezione soprattutto per quando cadono perché non essendo portieri non utilizzano le mani".

Sul dialogo con i giocatori: "Tutti i giocatori a questo livello tutti vogliono capire soprattutto per gli infortuni muscolari il danno. Soprattutto i più grandi vogliono capre di più sulle loro problematiche, poi bisogna sapere che tutti i calciatori hanno dei fastidi che l’atleta più giovani lasciano passare mentre i più maturi cercano di saperne di più come successo l’anno scorso con Di Lorenzo che fu molto partecipe quando ebbe un grave problema al ginocchio. Con loro visualizziamo le immagini degli esami, capiamo insieme come affrontare al meglio il recupero e questo è molto importante per noi".

Sul periodo del Covid: "Lavorare durante il Covid è stato quasi un incubo. Noi per tornare a giocare sia nel 2020 che nelle stagioni successive avevamo un protocollo molto difficile. Facevamo i tamponi molecolari ogni due giorni, poi in caso di positivi c’erano quelli effettuati anche di notte e ciò ricadeva anche sulla preparazione delle sfide. Ora mi prendono in giro perché in quel periodo i giorni dei tamponi non si poteva parlare ma staff, giocatori e tecnici hanno collaborato alla grande. Poi c’è da dire che forse siamo l’unico club in cui tutti i componenti sono vaccinati".

Sul nuovo allenatore: "A noi staff medico cambia poco la nazionalità del tecnico. La metodologia di lavoro può cambiare anche tra due tecnici italiani. Sta a noi interfacciarsi in un determinato modo con chi arriva. Sicuramente ci sarà una prima fase di adattamento e di scambio di reciproche abitudini e poi si entrerà nel regime. Non so chi potrebbe essere il nuovo tecnico, quando fanno le visite i nuovi giocatori lo so la sera prima".