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Salernitana, i trustee hanno deciso per un altra proroga

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La situazione della Salernitana

Sara Ghezzi

La Salernitana non si sta godendo a pieno il suo ritorno in Serie A, sia per i risultati ottenuti sul campo che per le vicende esterne. Il club campano infatti è in attesa di acquirenti ma ancora una volta è mancata la fumata bianca. C'è stata quindi un'altra proroga al 5 dicembre per permettere ad eventuali presentare manifestazioni di interesse per acquisire i diritti societari. L'edizione odierna de Il Corriere del Mezzogiorno approfondisce questa situazione.

Salernitana, i trustee hanno deciso per un altra proroga

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Di seguito un estratto da Il Corriere del Mezzogiorno:

"Un’ulteriore proroga hanno deciso i trustee della Salernitana. Per ritenere, valutare credibile quello che sarà l’acquirente del club. Le ragioni? Mancanza di documentazione necessaria alla verifica dei requisiti di indipendenza imposti all’atto del trust o elementi che potrebbero essere ritenuti incerti nella valutazione generale.

La nuova scadenza è fissata per il 5 dicembre, in buona sostanza poco meno di 20 giorni. Tempo utile anche per gli interessati che avrebbero evidenziato la necessità di eseguire la due diligence (ulteriori indagini economiche). Anche in considerazione del fatto che il progetto di bilancio chiuso al 30 giugno 2021 è stato reso disponibile dal club solo il 21 ottobre 2021, quindi poco meno di un mese fa. E i tempi tecnici per rilevare un club di questa portata e che possiede il decimo bacino d’utenza in Italia - il primo dopo le big della serie A - sarebbero comunque importanti, quindi lunghi.

La Salernitana è stata dismessa dopo la promozione in A dalla gestione familiare Lotito-Mezzaroma dopo il percorso straordinario che ha condotto i campani dai dilettanti alla massima serie ed è gestita oggi dall’amministratore unico Marchetti. La Federcalcio è stata chiara da subito: no alla multiproprietà nella stessa lega. Ad oggi e negli ultimi 40 giorni sarebbero arrivate 4 manifestazioni d’interesse: due imprenditori italiani del settore cinematografico, una holding araba, un fondo estero e una società sempre non italiana facente capo all’avvocato Romei che è stato vice presidente della Sampdoria nell’epoca proprio di Ferrero.