Ma al netto delle scelte sui singoli, il crollo in fase difensiva riguarda tutti, a partire dagli attaccanti e passando dai centrocampisti: Giuntoli nel pre match di Fiorentina-Juve aveva chiesto alla squadra di mostrare convinzione nel risollevarsi dalla brutta caduta con l'Atalanta, la risposta non è stata adeguata e Thiago Motta è il primo responsabile della mancata reazione. Il segnale più brutto è arrivato dalla riaggressione della palla sterile e confusa, soprattutto perché è uno dei principi di base dell'allenatore. La scorsa settimana l'allenatore ha avuto un contatto con John Elkann, che gli ha rinnovato la fiducia e soprattutto la vicinanza nel momento difficile.
Thiago Motta è consapevole della responsabilità che ha nei confronti della proprietà ma anche abbastanza navigato per comprendere che è dai risultati che dipenderà qualsiasi scenario del suo futuro alla Juventus. Oggi non è a rischio esonero: glielo hanno ribadito chiaramente sia Giuntoli sia Scanavino, in un confronto che è stato basato sul dialogo e non sull'accusa, segno che quel "ne usciremo tutti insieme" è una convinzione reale e non una frase fatta. Ma da Motta ci si aspetta un cambio di passo netto da qui alle prossime gare, così da giungere a fine stagione dentro alle prime quattro posizioni: l'obiettivo principale che il club ritiene assolutamente alla portata degli investimenti fatti sulla rosa che ha a disposizione.
Dal punto di vista tecnico-tattico, l'allenatore dovrà ritrovare le condizioni per presentare una squadra più solida. Ma è sul livello mentale che dovrà fare decisamente di più, entrando maggiormente in empatia con i giocatori - attraverso il dialogo e la disponibilità a un confronto sano - affinché la Juve non dia mai più la percezione di essere una squadra senza anima e senza cuore."
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