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Orsi: “Ai portieri vengono date troppe responsabilità. Devono innanzitutto saper parare”

Orsi su meret

Nando Orsi si è espresso sull'importanza del ruolo del portiere oggi.

Mattia Fele

Oggi il portiere inizia l'azione, oltre ad essere l'ultimo difensore da saltare per segnare un goal. Molti allenatori, in giro per l'Europa, richiedono che il portiere abbia caratteristiche specifiche, in particolare riguardo all'utilizzo del calcio. Sono così allenatori come Guardiola, Benitez, ecc. La paura è che la troppa attenzione alla tecnica del calcio svii i portieri dall'allenarsi sulla tecnica vera e propria del suo ruolo, e in fondamentali come la parata, l'uscita bassa e alta, la presa in tuffo. Questa controversia è presente anche nel Napoli, con Ospina preferito molto spesso a Meret.  Nando Orsi, allenatore ed ex Roma, Lazio, Parma e Inter, è intervenuto in diretta a “Donne nel Pallone - Speciale Bar Sandomingo”, condotto da Gabriella Calabrese e Sonia Sodano in onda su Radio Onda Sport, e ha parlato tra le altre cose anche del ruolo del portiere oggi.

Le parole di Orsi

"Si parla molto dei portieri moderni, dell'inizio azione. Ma per me il portiere deve innanzitutto parare. Adesso lo investono di responsabilità ancora più grandi, non solo deve impedire i gol avversari, che è la cosa più importante del calcio, ma viene anche data loro l'incombenza di impostare il gioco. Non ha senso che un portiere tocchi più palloni di un centrocampista. Poche volte vedo l'azione cominciare da un lato e terminare dall'altro, anzi, troppo spesso vengono commessi degli errori e la squadra avversaria ne approfitta. La cultura e la storia del nostro calcio ci insegna che abbiamo visto vincere quattro coppe del mondo non col "metodo Guardiola" ma col caro "vecchio" contropiede."