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Sott’ e ‘Ncoppa – Corsa Champions, quanto pesa la mancata contemporaneità delle partite?

Giuseppe Canetti

 Foto by Getty

Vincere (e basta) per raggiungere la Champions

Quello della contemporaneità è un problema su cui si discute da tempo nel calcio italiano. Dalle ultime quattro giornate in contemporanea alle ultime due, passando ora solo per l'ultima con le squadre che lottano per lo stresso obiettivo. È giusto per chi si sta giocando la vita? Noto il famoso "scudetto perso in albergo" del Napoli di Sarri, e in questo weekend si riproporranno le stesse sfide. Juventus-Inter e soprattutto Fiorentina-Napoli, con il derby d'Italia a giocarsi di sabato in anticipo rispetto la gara tra Viola e azzurri. Giusto dunque avere la contemporaneità?

In parte sì, ma dall'altra parte c'è da considerare che oggi le TV la fanno da padrone, e la distribuzione degli orari viene fatta con largo anticipo rispetto la disputa delle gare. In soldoni, non si possono sapere mesi prima chi sarà ancora in corsa per cosa. E, in secondo luogo, c'è da pensare a sé stessi e vincere le partite. Il Napoli è più forte della Fiorentina, può vincere ed è giusto che si concentri sul proprio match senza pensare agli altri. Tra l'altro in una situazione, quest'anno, in cui gli azzurri di Gattuso sono in vantaggio sugli altri e non dipendono da nessuno. Dunque il Napoli può tranquillamente concentrarsi sulla gara e vincerla, lasciando che siano altri a scervellarsi su conti e ansie da rincorsa. E magari prendersi quella rivincita, sempre a Firenze, sempre sui bianconeri, tre anni dopo.