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LE AVVERSARIE – C’è il Verona di Juric, mix di grinta e acume tattico

Mattia Fele

Il Verona ha dimostrato di saper intrappolare qualunque squadra. La ricetta: intensità, qualità e grinta, combinazione tanto cara al mentore di Juric, Gian Piero Gasperini.

Prima del lockdown i gialloblu vantavano una classifica ben al di sopra delle aspettative iniziali: un ottavo posto guadagnato sul campo (con una partita da recuperare, stasera), tante vittorie e un incredibile numero di buone prestazioni in trasferta. In questo è visibile la mano di Juric, tecnico che – tra l’altro – era un serio candidato a sedersi sulla panchina del Napoli nell’era post-Ancelottiana.

Verona, l'ascesa di Juric

Nelle trasferte subito precedenti alla pandemia il Verona ha fermato la valanga Lazio, il Milan (giocando in 10 uomini), il Bologna e ha vinto in modo piuttosto agevole in casa della SPAL. Terza in Italia per kilometri percorsi, la squadra scaligera ha basato i suoi successi stagionali su una fase difensiva aggressiva e votata all’anticipo dell’avversario, con linee sempre chiuse e un’asfissiante densità nella zona centrale del campo, che ha reso difficile la vita a squadre come la Juventus. Il gioco di Sarri si sviluppa proprio per vie centrali, e Juric, da buon erede di Gasperini, con il suo sanguigno uomo-contro-uomo ha prima bloccato e poi sconfitto i bianconeri con dimostrazione di grinta e qualità.

Da ogni fine un nuovo inizio

Questa sera ritorna la Serie A, al termine di un vortice di decisioni mancate e di rinvii continuati: non è stato un percorso semplice per tifosi e calciatori, ma ora sembra che ci siano tutti i presupposti per terminare un campionato anomalo, iniziato paradossalmente dalla fine della Coppa Italia. Da ogni fine un inizio. Nel Verona tanta è stata la preoccupazione durante il periodo di quarantena, con Zaccagni, perno essenziale del centrocampo, positivo al Sars-CoV-2 per diverse settimane. Ora però è già tempo di pensare al domani, o meglio alla serata di oggi. Queste le parole di Juric nella conferenza pre-gara:

È impossibile ritrovare subito il nostro ritmo perché abbiamo avuto molti problemi, non avevo mai vissuto una situazione del genere da allenatore. Anche contro il Cagliari mancheranno tanti giocatori, o qualcuno andrà in panchina, avendo solo fatto un paio di allenamenti. È una situazione strana, ci sono stati infortuni mai visti prima. Evidentemente la pausa di settanta giorni a casa ha fatto danni. Per cui bisogna cercare di tornare quelli che eravamo, ma non so se ci riusciremo subito”.

Torto non ha Juric quando parla di un calcio strano. Ne abbiamo avuto esperienza qualche giorno fa, quando il Napoli ha alzato la Coppa più silenziosa della storia. Il tecnico si è detto preoccupato della condizione fisica dei suoi ma, come abbiamo potuto notare, sembra che le squadre con un'identità già ben definita abbiano trovato meno difficoltà nella ripresa, almeno quanto a qualità e prestazione del gruppo nel suo insieme. I tempi di gioco, la qualità dei singoli e la cattiveria agonistica che il Verona ci ha mostrato ad inizio stagione potrebbero fare la differenza in un periodo più che blando.

Napoli, attenzione alle fasce

3-4-1-2: Silvestri; Rrahmani, Gunter, Kumbulla; Faraoni, Veloso, Amrabat, Lazovic; Pessina, Zaccagni; Borini.

Questa la formazione che scenderà in campo presumibilmente questa sera al Bentegodi contro il Cagliari, che potrebbe essere riproposta contro il Napoli nella sfida di martedì. Le difficoltà per gli azzurri potrebbero essere diverse: in primis, l'ampiezza degli esterni del Verona, che inizia l'azione sempre scaricando palla sulle fasce laterali per poi ritornare al centro per favorire l'inserimento dei centrocampisti. Lazovic in particolare ha fornito diversi assist (ben 4) partendo da una posizione molto larga e sfruttando velocità e capacità nel dribbling. Gli esterni bassi del Napoli (e anche Insigne e Callejon/Politano, in fase di raddoppio) dovranno restare anche più vigili del solito. Il vero punto di forza del Verona però è la fase di non-possesso. Gli scaligeri puntano ad un aggressivo recupero palla, per poi giocare immediatamente in verticale. Inoltre, attenzione al pressing: sappiamo che il Napoli ama partire dai piedi del proprio portiere, ma Juric alza molto gli esterni, affinché vadano a prendere i terzini avversari in fase di costruzione, con le punte che vanno fisse sui centrali avversari, proprio per evitare la costruzione bassa e obbligare Ospina al lancio lungo.

Insomma, Gattuso dovrà dare prova di tutta la sua intelligenza tattica se vorrà fuggire alla gabbia gialloblu.

Di Mattia Fele

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