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LE AVVERSARIE – L’ultimo Inter-Napoli, la resa dei conti o di Conte

NAPLES, ITALY - JUNE 13:  Dries Mertens of Napoli defends the ball during the Coppa Italia Semi-Final Second Leg match between SSC Napoli and FC Internazionale at Stadio San Paolo on June 13, 2020 in Naples, Italy.  (Photo by SSC NAPOLI/SSC NAPOLI via Getty Images)

Nella prossima finestra di campionato il Napoli sfiderà di nuovo l’Inter, per la quarta volta in questa stagione. Oltre all’andata a gennaio al San Paolo (terminata 1-3, ndr) gli azzurri hanno affrontato i nerazzurri in Coppa Italia,...

Mattia Fele

Nella prossima finestra di campionato il Napoli sfiderà di nuovo l’Inter, per la quarta volta in questa stagione. Oltre all’andata a gennaio al San Paolo (terminata 1-3, ndr) gli azzurri hanno affrontato i nerazzurri in Coppa Italia, concedendogli un solo goal in due gare. A San Siro ora le motivazioni saranno ben diverse, ma per Conte gli esercizi di stile non esistono.

L’Inter dopo la Coppa, l’altalena scomoda

NAPLES, ITALY - JUNE 13:  Dries Mertens of Napoli defends the ball during the Coppa Italia Semi-Final Second Leg match between SSC Napoli and FC Internazionale at Stadio San Paolo on June 13, 2020 in Naples, Italy.  (Photo by SSC NAPOLI/SSC NAPOLI via Getty Images)

La squadra nerazzurra ha perso un bel po’ di punti per strada da quando il campionato ha ripreso a girare. Oltre all’uscita immediata dalla Coppa Italia, l’Inter ha perso in casa con il Bologna, ha preso 3 goal dal Sassuolo, ha perso punti a Verona e con la Fiorentina a San Siro. Sommando il tutto fanno 9 punti, con i quali Conte sarebbe primo in classifica senza ombra di dubbio. La Juventus infatti non è stata il solito rullo compressore: Sarri si è dovuto arrendere al Milan, all’Atalanta e allo stesso Sassuolo. Punti persi ma senza ferite, poiché nessuna concorrente ha mai davvero infastidito il primato - ormai quasi decennale – di Torino. Da quando il Napoli si è distaccato dalla vetta nessuna squadra è riuscita ad inserirsi nel discorso Scudetto, per quanto Inter e Lazio ci avessero creduto nella parte iniziale della stagione. La realtà, al netto anche di queste gare sterilizzate, parte di un calcio nuovo, dice molto altro: in vetta quasi si gioca a chi perde di meno.

Il tecnico che conosce solo il verbo con la V

 MILAN, ITALY - JULY 05: Head coach of FC Internazionale Antonio Conte reacts during the Serie A match between FC Internazionale and Bologna FC at Stadio Giuseppe Meazza on July 5, 2020 in Milan, Italy. (Photo by Claudio Villa - Inter/Inter via Getty Images)

Per chi non lo sapesse, Antonio Conte ha chiamato sua figlia Vittoria.

Punto e a capo. Ci prendiamo qualche millesimo di secondo per elaborare e sottolineare come questo aspetto del tutto personale si colleghi facilmente alla sua dipendenza dal trionfo, qualità che è anche un difetto in taluni casi. Di certo non si può dire che ad Antonio manchi l’audacia, l’ambizione e la competenza per arrivare a vincere, ma è pur vero che vincere sempre all’interno di un’annata è del tutto impossibile, e le sconfitte vanno accettate per quelle che sono: parte del percorso. Anzi, molto spesso conta più il saper accusare e gestire una forte sconfitta che complimentarsi dopo una vittoria, magari sfoggiando anche il proprio – seppur importante – palmarés o sottolineando che chi parla resta un vincente anche quando si perde. La “voglia” di vittoria di Conte, se vogliamo chiamarla così, è ancora più evidente nelle sue dichiarazioni.

Qui il tecnico ex Juve dopo Inter-Bologna 1-2:

"Io sono il primo responsabile, ma siamo tutti sotto esame e da qui a fine stagione dovremo dare tutto quello che abbiamo per meritare di stare nell'Inter. Evidentemente ci mancano ancora dei passi importanti prima di poterci definire una grande squadra"

Qui dopo l’ultima vittoria:

“Non so perché ma nell'ultimo periodo si è sempre cercato di vedere il bicchiere mezzo vuoto. Ci sono dei numeri, però, che parlano chiaro e confortano. Questi ragazzi stanno facendo cose buonissime. Sicuramente si può e si deve migliorare, ma al tempo stesso devo fare i complimenti al gruppo perché sta facendo bene”.

 

Inter Napoli, la resa dei conti o…di Conte

La differenza tra le dichiarazioni post-vittoria e post-sconfitta è sostanziale, e questo è evidente. Antonio quando vince si chiede perché mai la sua squadra venga criticata, ma quando perde la critica (delle volte in modo ingeneroso, all’avviso di chi scrive). Ciò nonostante con oggettività non si può dire che Conte non abbia svolto un ottimo lavoro all’Inter. Anche Spalletti aveva raggiunto un risultato simile, ma con Conte (grazie anche ad un mercato molto più corposo) i nerazzurri non hanno mai avuto il dubbio di non partecipare alla prossima Champions League. Che poi ci fossero altre mire resta un altro discorso, perché è sempre difficile che al primo anno di un percorso si riesca a colmare un gap così grosso con la Juventus. I bianconeri poi l’anno prossimo avranno nuovi giocatori più adatti a Sarri e sarà anche più difficile provare a fermarli proprio nell’anno dell’eventuale 10imo Scudetto consecutivo.

Nel frattempo a San Siro arriva un Napoli coraggioso ma spento, distratto e delle volte poco stimolato. Non è semplice per degli atleti questa situazione, giocare in condizioni di caldo incredibile e senza molto riposo tra una gara e l’altra, così come non è semplice nemmeno commentarle, queste gare. Ma il Napoli ora deve pensare ad una cosa sola: la Champions. Il Barcellona è lì con le braccia giunte che aspetta i partenopei e intanto ricarica le pile e le energie nervose. Il Napoli invece deve giocare e anche bene, perché le ultime due con Inter e Lazio saranno un banco di prova importante e un modo per aiutarsi a risplendere. E’ l’ultimo Inter-Napoli, poi Napoli contro la Lazio e Inter attesa dall’Atalanta.

Può essere la resa dei conti o la resa di Conte, l’abbandono alla comprensione che male e bene, sconfitta e vittoria sono parte dello stesso gioco e vanno amati ed accettati a braccetto.

Di Mattia Fele

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