Nel prossimo turno infrasettimanale il Napoli dovrà vedersela con il Bologna. I felsinei, condotti da un leone vero al decimo posto in classifica, piano piano stanno prendendo le sembianze del loro allenatore, confermandosi come una squadra difficile da affrontare in ogni momento dell’anno.
rubriche
LE AVVERSARIE – Il Bologna, squadra specchio di un allenatore resiliente
Nel prossimo turno infrasettimanale il Napoli dovrà vedersela con il Bologna. I felsinei, condotti da un leone vero al decimo posto in classifica, piano piano stanno prendendo le sembianze del loro allenatore, confermandosi come una squadra...
Bologna verso il record
In Serie A il Bologna non ha mai superato la soglia dei 54 punti in classifica, punteggio con il quale i rossoblu conquistarono il loro settimo scudetto. Da allora i tifosi attendono con speranza un campionato oltre la mediocrità, che si spinga senza affanni al di là di una salvezza acquisita. Detto, fatto: dall’arrivo di Sinisa Mihajlovic il Bologna ha cambiato realmente marcia, iniziando la stagione esattamente come aveva finito la scorsa, lottando su ogni pallone fino all’ultimo dei tre fischi finali d’ogni gara. Ed ogni domenica chi scendeva in campo sempre più somigliava a chi sedeva in panchina, in uno scambio continuo di valori che ha reso solida una squadra con un presente difficile. Dal 2011-2012 i rossoblu non vivevano una stagione così ad alto ritmo, quando il tecnico era Stefano Pioli, che chiuse il suo ciclo con 97 partite giocate, di cui 32 vittorie e 28 pari. Una media di 1.28 per partita. Ma era il Bologna di Di Vaio, Ramirez, Gabbiadini, Diamanti. Un Bologna dai valori tecnici piuttosto elevati. Tranne qualche eccezione ora la tecnica ha lasciato posto ad un cuore immenso, evidenza del voler crescere tutti insieme come gruppo.
Miha fatto emozionare
La fragilità è una delle componenti che accomuna tutti gli uomini e le donne di ogni epoca. La differenza la fa chi ha il coraggio di sventolarla come un vanto e non come una debolezza. Mihajlovic ci ha dimostrato ogni giorno con il suo esempio la rarità e la bellezza di un qualcosa sull’orlo di rompersi, e quanto proprio conoscendo e affrontando le proprie crepe ci si possa reinventare. L’ex calciatore della Lazio e dell’Inter ha allenato una squadra da vero leader, senza mai farsi compatire, con la consapevolezza che la verità, la schiettezza siano le uniche strade da perseguire per relazionarsi a chiunque. E questo lo ha reso grande, lo ha cambiato come è la vita a cambiarci ogni giorno. Ad un anno dalla sua lotta, così l’allenatore:
"Proprio oggi, alle 21:30, di un anno fa Sabatini, Nanni e Di Vaio vennero nella mia camera a dirmi che avevo la leucemia. È stato un anno importante che difficilmente dimenticherò, un anno di merda. Il club e i miei ragazzi sono stati bravi, nessuno si immaginava che a distanza di un anno io sarei stato ancora qui a parlare di calcio"
Nessuno lo immaginava tranne egli stesso, che ci aveva assicurato un’estate fa di vincere e ha vinto.
L'ostacolo Napoli
Bologna-Napoli è da qualche anno una partita interessante dagli esiti incerti. Unica virtuosa eccezione quell'1-7 della stagione 2016-17, con un Napoli di Sarri tutto improntato all'attacco e che finì quell'anno superando i 100 goal in stagione. Fu l'anno della consacrazione di Dries Mertens, che quella sera mise a segno una delle sue numerose triplette stagionali. L'anno prima il Bologna fermò lo stesso Napoli di Sarri battendolo per 3-2, con Higuaìn che piazzò in rete due goal in fine di gara, un Napoli irriconoscibile. L'anno scorso, ancora, all'ultima giornata il Bologna ha superato gli azzurri di Ancelotti già in netta discesa, ottenendo un bel bottino in termini di punti: ben 44. Quella sera fu ancora 3-2 firmato Dzemaili, ex azzurro.
Quest'anno il Napoli si presenta diverso, più simile al Bologna di quanto non lo fosse mai stato: dopo un inizio di stagione davvero pesante e un inverno infernale, Gattuso ha davvero preso in mano le redini della squadra, ha dato compattezza sul campo e fuori, ha di nuovo illuminato i valori tecnici di una squadra che era più che opaca, che si sentiva finita. Bologna-Napoli è allora una sfida tra resilienti.
Mihajlovic in queste ultime partite gioca molto sull'ampiezza, tenendo larghi sia Orsolini che Sansone per liberare spazi centrali, lì dove poi riesce facile l'inserimento ad un calciatore come Soriano, andato in goal nella scorsa giornata. Quando questo non riesce, è l'attaccante centrale che viene a prendere il pallone in zona centrocampo per poi smistare sulle fasce, dove i suddetti esterni alti possono puntare l'uomo ed entrare in area di rigore. Come a Gattuso anche a Mihajlovic piace molto il piede invertito negli esterni d'attacco. Ma è il pressing collettivo ad essere il punto di forza dei rossoblu, che qualsiasi cosa facciano la fanno insieme, muovendosi in totale armonia. Il Napoli dovrà allora cercare di allargare le maglie di questa pressione attraverso una circolazione veloce di palla. Proprio contro il Sassuolo infatti, altra squadra votata al palleggio, il Bologna ha dimostrato diversi limiti nel sopportare attacchi veloci ma ragionati alla propria linea difensiva.
di Mattia Fele
©RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA