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Inter-Napoli, l’analisi tattica: “Azzurri impazienti e imbrigliati da Inzaghi”

Redazione

L’impazienza del Napoli di arrivare velocemente ai piedi del muro interista ha evidenziato una poca sensibilità di gestione dei ritmi della gara che sembravano orchestrati a piacimento dalla banda di Inzaghi

Inter-Napoli, big match valido per la tredicesima giornata di Serie A, finisce 3-2 per i nerazzurri dopo 100 minuti di battaglia. Di seguito l'analisi tattica di mister Bruno Conte.

L'analisi tattica di Inter-Napoli

Cade il Napoli a Milano contro l’Inter nel big match di giornata. Recita 3 a 2 il risultato finale, rappresentando nel complesso una performance migliore da parte dei neroazzurri nella parte centrale della gara.

L’indirizzo tattico di Inzaghi è chiaro sin dall’inizio, tipico dei suoi principi: impostare una partita di transizioni repentine, allungando il campo e le linee avversarie. Blocco 1-5-3-2 sulla fase di sviluppo del Napoli, mentre in costruzione uscite pressing codificate per impoverire soprattutto rifornimenti a Fabian e isolare dal contesto Anguissa. Perisic da un lato e Darmian dall’altro a seguire gli esterni d’attacco azzurri Lozano e Insigne, uno dei centrali a tenere a bada Zielinski per avere maggiore copertura su Osimhen.

L’impazienza del Napoli di arrivare velocemente ai piedi del muro interista ha evidenziato una poca sensibilità di gestione dei ritmi della gara che sembravano orchestrati a piacimento dalla banda di Inzaghi. In un contesto simile, nel batti e ribatti tra ripartenze e scatti, la dinamicità di Barella, sempre nel consueto mezzo spazio di destra a lavorare sopra ai fianchi della catena di sinistra del Napoli, ha creato un pericolo posizionale costante.

A ciò fa seguito, l’azione pressing a volte scomposta degli azzurri che, partiti per un ultra-offensivo coi tre davanti sui centrali di riferimento e Zielinski su Brozovic, a causa della foga di Osimhen nelle uscite, come ha sottolineato Spalletti in conferenza, ha disorganizzato i tempi e gli spazi da coprire anche per uno maestro in questo gioco come Anguissa, liberando una traccia libera per le conduzioni palla al piede di Correa e Barella. Più Anguissa si allontana da Ruiz e più il Napoli soffre. Ciononostante, una palla persa proprio di Barella aveva dato il via libera all’1 a 0 degli azzurri con Zielinski. D’altro canto, ha dato anche l’input all’Inter per una maggiore pressione ed intensità alla gara, ribaltando poi il risultato già all’intervallo.

Del resto, l’1-4-2-3-1 di Spalletti ha avuto problemi di distanze, non trovando le consuete associazioni tra i reparti. Nel secondo tempo, dopo i diversi cambi sia dall’una che dall’altra parte, il Napoli è riuscito a guadagnare il centro del ring, alzando il baricentro difensivo più in alto, che ha sì causato il 3 a 1 su una transizione gestita da maestro di Correa, ma ha finalmente messo a nudo una certa difficoltà dell’Inter di fronteggiare il palleggio più corto ed insistito del Napoli, trovando numerosi traversoni in area di rigore.

Di questa partita, va sottolineato l’ingresso brillante di Mertens, non solo per il gol e la sensazione che non ci sia da colmare nessun gap con i campioni in carica. La corsa Scudetto è ampiamente alla portata.

a cura di Bruno Conte

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