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Udinese-Napoli, scudetto rievocato alla mente: come cambiano le lacrime napoletane

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L'analisi sull'edizione odierna de Il Corriere dello Sport in vista della sfida di Serie A tra Udinese e Napoli: i dettagli
Edoardo Riccio
Edoardo Riccio Giornalista 

In seguito al pareggio con la Roma al Maradona nell'ultima giornata di campionato, il Napoli dovrà affrontare l'Udinese in Friuli. Alla memoria riaffiorano i ricordi dello scudetto, conquistato nella passata stagione proprio al termine della gara con i bianconeri, ma la situazione è completamente differente un anno dopo. La squadra azzurra sta vivendo un momento particolarmente delicato non solo in campo, ma anche fuori. Incredibile pensare quanto sia cambiato lo scenario solo un anno dopo. Da Udine a Udine, il Napoli si augura di chiudere un cerchio dal sapore agrodolce, costituto di gioie e delusioni in meno di 365 giorni.

Da Udine a Udine: come è cambiato il Napoli in un anno

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Di seguito le parole riportate dall'edizione odierna de Il Corriere dello Sport: "Ben ritrovata, Udine. Qui i delusi e gli ammaccati dello scudetto 2023. Anche l’altra volta era de maggio. Ma un giovedì, 4 maggio, turno infrasettimanale. Tutta un’altra storia. Dal Friuli, quella notte, Osimhen, e chi se non Osimhen, con un tap-in memorabile segnò il gol del pareggio (1-1) che valse il terzo scudetto azzurro a cinque giornate dalla fine del campionato. Un trionfo. Una pura formalità al Friuli. A fine febbraio quel Napoli stregato da Spalletti aveva un vantaggio di 18 punti su Inter e Milan. Nel girone d’andata (50 punti) aveva volato. Applausi anche in Europa. A cinque giornate dalla fine mancava la certezza matematica della vittoria. Bastava un pareggio a Udine contro un squadra di bella gente, l’immenso Becao in difesa, il talentuoso Samardzic, l’irrequieto Udogie, il macedone Nestorovski, allenati da Andrea Sottil, uno di Venaria Reale. Andò bene. Fummo felici anche se proprio quella sera, 4 maggio 2023, vennero fuori le prime crepe, i primi dissapori, i primi dispetti e l’annunciata fuga di Spalletti e Giuntoli. Scudetto cotto e mangiato. Poi, l’indigestione totale, il disastro di quest’anno. È nelle sale cinematografiche la pellicola dei ricordi dello scudetto trentatré anni dopo Maradona. Una beffa di questi tempi. Questa volta, il Napoli sale a Udine senza nessuna ambizione, acquattato a metà classifica, lontano da ogni zona europea, per poco non lo prende anche il Torino. Non porta nessuna felicità. Eppure ci sono ancora Osimhen e Kvaratskhelia, i gemelli dei gol-scudetto. E ce ne sono tanti con lo scudetto. Ma si sono afflosciati, piegati su se stessi, con poca voglia di vincere, come dice Calzona, e il modo ancor ci offende".


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