01:00 min

rassegna

Addio Spalletti, Gravina ha parlato anche con la squadra prima delle decisione – GdS

Sara Ghezzi
Il retroscena dietro la decisione del presidente della FIGC

Luciano Spalletti non sarà più il commissario tecnico dell'Italia, lo ha annunciato lui stesso ieri in conferenza stampa, con forte delusione e amarezza. L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport ha evidenziato un aspetto dell'addio, come il fatto che Gravina abbia parlato con la squadra prima di prendere la decisione. A seguire un estratto dell'articolo.

Addio Spalletti, Gravina ha parlato anche con la squadra prima delle decisione

—  

"Non è stata (solo) questione di feeling: quello della squadra con Spalletti, un rapporto che pure non ha mai conosciuto vette di empatia. Feeling in inglese, letteralmente, significa sensazione e quello che è trapelato, se vogliamo trasudato, dagli sguardi, le parole, le impressioni, le emozione (negative) dei giocatori della Nazionale, già nel tempo e tanto più dopo la disfatta di Oslo, è stata appunto una sensazione di tensione. Più che un malessere, una difficoltà: a reggere la pressione che questa squadra si è ritrovata addosso, moltiplicata rispetto a quella che si era già sentita sulle spalle nei mesi precedenti. E un clima indefinito, né “di trincea” come ai tempi di Conte, né di “grande famiglia” come con Mancini: in ogni caso faticoso se non vogliamo dire pesante. Poco sereno: troppo poco sereno".

Il confronto di Gravina con la squadra

—  

"Difficilmente sono i giocatori a decidere un esonero, e non lo sono stati in questo caso: scelta esclusivamente del presidente Gravina. Che anzi ieri ha ribadito alla squadra di non giudicarsi meno colpevole di Spalletti. E che d’ora in poi l’assenza di alibi sarà ancor più un peso a carico di chi andrà in campo. Però ci sono molti modi di determinare l’addio ad un allenatore e anche il parlare con gli azzurri è servito a Gravina a consolidare l’idea di accelerare i tempi della separazione. Nessuno ha alzato la mano per dire: o lui, o noi. Sono dinamiche che non esistono più - se mai sono esistite - e tantomeno in Nazionale. Ma nessuno l’ha scossa per dire: no, è sbagliato cambiare. Del resto, i giocatori avevano già parlato in campo a Oslo, con quell’atteggiamento fra il remissivo e il rassegnato: non da squadra disposta a buttarsi nel fuoco (ah, il sacro fuoco invocato da Buffon...) per il suo allenatore".

Il tira e molla che ha creato incertezze

—  

"Le successive sono servite a capire, e Gravina ha approfondito le sue riflessioni anche con l’aiuto del termometro della squadra. Si è parlato molto nelle 24 ore successive al 3-0 di venerdì: risultanze da confrontare, e poi aggiungere, a quelle raccolte nell’ultimo anno, stando a contatto con i giocatori. E anche più di Gravina, c’è stato Gigi Buffon, che nella lunga giornata pre esonero di Spalletti ha più che altro raccolto i cocci di una squadra moralmente a pezzi, impegnandosi a rivitalizzarla, ma come tutti allo stesso tempo ha dato la propria lettura della situazione. Che ha iniziato ad affondare le sue radici in tempi lontani, quando è affiorata via via, riconosciuta dallo stesso ct, una difficoltà di relazioni: da intendersi anche come comprensione del suo linguaggio calcistico e accettazione delle sue idee. Emersa in maniera intermittente, di pari passo con i risultati: assodato il peso del parere dei giocatori, un anno fa all’Europeo, nella decisione di affrontare la Croazia con la novità del 3-5-2; illusorio il cambio di passo, anche di positività del clima, fra settembre e novembre 2024, fino a Italia-Francia; in attesa la nuova decisione spiazzante di Spalletti prima di Norvegia-Italia, con l’annuncio di Raspadori dietro Retegui, dopo ripetute prove con la coppia Frattesi-Tonali alle spalle del centravanti. Un tira e molla di fiducia data e ricevuta. Ma Gravina negli ultimi due giorni ha capito che quell’elastico ormai era troppo consumato".


CalcioNapoli1926.it è stato selezionato da Google, se vuoi essere sempre aggiornato sulle ultime notizie seguici anche su Google News