Il confronto di Gravina con la squadra
—"Difficilmente sono i giocatori a decidere un esonero, e non lo sono stati in questo caso: scelta esclusivamente del presidente Gravina. Che anzi ieri ha ribadito alla squadra di non giudicarsi meno colpevole di Spalletti. E che d’ora in poi l’assenza di alibi sarà ancor più un peso a carico di chi andrà in campo. Però ci sono molti modi di determinare l’addio ad un allenatore e anche il parlare con gli azzurri è servito a Gravina a consolidare l’idea di accelerare i tempi della separazione. Nessuno ha alzato la mano per dire: o lui, o noi. Sono dinamiche che non esistono più - se mai sono esistite - e tantomeno in Nazionale. Ma nessuno l’ha scossa per dire: no, è sbagliato cambiare. Del resto, i giocatori avevano già parlato in campo a Oslo, con quell’atteggiamento fra il remissivo e il rassegnato: non da squadra disposta a buttarsi nel fuoco (ah, il sacro fuoco invocato da Buffon...) per il suo allenatore".
Il tira e molla che ha creato incertezze
—"Le successive sono servite a capire, e Gravina ha approfondito le sue riflessioni anche con l’aiuto del termometro della squadra. Si è parlato molto nelle 24 ore successive al 3-0 di venerdì: risultanze da confrontare, e poi aggiungere, a quelle raccolte nell’ultimo anno, stando a contatto con i giocatori. E anche più di Gravina, c’è stato Gigi Buffon, che nella lunga giornata pre esonero di Spalletti ha più che altro raccolto i cocci di una squadra moralmente a pezzi, impegnandosi a rivitalizzarla, ma come tutti allo stesso tempo ha dato la propria lettura della situazione. Che ha iniziato ad affondare le sue radici in tempi lontani, quando è affiorata via via, riconosciuta dallo stesso ct, una difficoltà di relazioni: da intendersi anche come comprensione del suo linguaggio calcistico e accettazione delle sue idee. Emersa in maniera intermittente, di pari passo con i risultati: assodato il peso del parere dei giocatori, un anno fa all’Europeo, nella decisione di affrontare la Croazia con la novità del 3-5-2; illusorio il cambio di passo, anche di positività del clima, fra settembre e novembre 2024, fino a Italia-Francia; in attesa la nuova decisione spiazzante di Spalletti prima di Norvegia-Italia, con l’annuncio di Raspadori dietro Retegui, dopo ripetute prove con la coppia Frattesi-Tonali alle spalle del centravanti. Un tira e molla di fiducia data e ricevuta. Ma Gravina negli ultimi due giorni ha capito che quell’elastico ormai era troppo consumato".
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