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Paparesta critico: “Non esageriamo definendo razzismo ogni atteggiamento ostile”

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Gianluca Paparesta commenta la designazione arbitrale di Inter-Napoli e commenta la situazione razzismo negli stadi italiani

Francesco Casillo

Gianluca Paparesta dirigente ed ex arbitro è intervenuto ai microfoni di Radio Marte, commentando il difficile rapporto tra arbitro e assistente al VAR. Inoltre l'ex fischietto barese ha detto la sua sul tema razzismo negli stadi italiani.

Paparesta: "Non esageriamo definendo razzismo ogni atteggiamento ostile"

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Di seguito le dichiarazioni di Paparesta:

Sul razzismo in Italia

"In caso di razzismo, se ci sono i presupposti e lo prevede il regolamento è giusto fermare la partita. Ormai questa cosa è fuori da ogni logica, credo che al limite sia un modo per far innervosire di più i giocatori, penso che siano atteggiamenti dettati solo dall'ignoranza ma non darei una lettura razzista, perché diamo più importanza a una cosa che non ne ha".

Sull'utilità del VAR

"Il VAR è uno strumento utile e fondamentale che va gestito con semplicità. C'è una persona che è competente, perché è un altro arbitro. Sicuramente sa riconoscere le disposizioni, ogni settimana chi arriva a questi livelli riceve indicazioni, si allena, quindi è un massimo esperto del settore. Se però ognuno va per conto suo o si spaventa poi diventa dilettantismo. Non penso che nel campionato italiano si possano vedere questi atteggiamenti".

Sulla designazione arbitrale di Inter-Napoli

"Valeri-Aureliano per Inter-Napoli, disparità di gare può portare a problematiche per correggere l'arbitro? Direi di no, altrimenti un arbitro che ha arbitrato una finale Mondiale sarebbe superiore a qualsiasi VAR".

Sulla difficile situazione arbitrale in Italia

"Arbitri meno coraggiosi di prima? Sono un po' confusi ma tutto sarà risolto grazie alla nomina di Giannoccaro che spiegherà a tutti i quanti alcune cose. Sicuramente agli arbitri serve chiarezza, una linea guida che non lasci dubbi a interpretazioni. Su determinati episodi, sul VAR e su tutto il resto, perché altrimenti se non c'è una linea chiara di uniformità è difficile. Quest'ultima dev'essere dettata anche dai vertici, che devono far capire quando si sbaglia o quando si fa bene. Se tutto viene lasciato alla libera interpretazione, rischiamo che una settimana si vedano delle cose e un'altra se ne vedano altre".