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E’ la serata in cui la panchina viene consegnata da Ancelotti a Gattuso, ma non basta per modificar la scena: sarebbe troppo semplice rinascere con un esonero. Ma è pure una sfida che cambia in fretta, dopo centottantadue secondi, con Koulibaly che s’inginocchia e lascia che Kulusevski apra al tormento del Napoli. Il Corriere dello Sport ha analizzato il momento del Napoli.
Il Napoli si porta appresso le sue inquietudini, anche gli errori d’impostazione d’una squadra che ora nel 4-3-3 non ci sa stare. Non ha un regista (non lo è Allan) e non ha esterni (eppure lo erano) che saltino l’uomo, che creino superiorità: Callejon è un inno alla malinconia per il tempo ch’è passato e Insigne sente il mormorio d’uno stadio che sta comodamente in poltrona, come se fosse in teatro.
E quella luce, con l’innesto di Mertens. La decisione di Gattuso di ribaltarla con il 4-2-3-1 (fuori Allan e Fabian e Zielinski in mezzo) offre l’abbaglio del pareggio di Milik. Una pressione palpabile d’un possesso palla statisticamente imbarazzante (72%) ma improduttiva (trentatré tiri). Il Parma sceglie le proprie conoscenze e anche le virtù che possiede per preparare l’agguato, non bisogna certo inibirsi nello scegliere il contropiede: uno lo sventa Meret, di piede, l’altro, irreparabile, lo confezionano al 48' i soliti due, Kulusevski e Gervinho, mandando in estasi Parma, spargendo il gelo su Napoli.
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