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(Getty Images)
L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport commenta la situazione di classifica in Serie A, che oggi come oggi sembra una questione privata tra Napoli e Milan, le prime due. La classifica non mente. Il Napoli capolista impressiona per forza e potenza, il Milan è più avanti per impianto di gioco. Stefano Pioli lavora da due anni su questa squadra e usa il cesello, perfeziona. Spalletti deve ancora entrare nei dettagli. Poi c’è l’Inter resistente a se stessa, alla crisi finanziaria.
Un’impressione di forza, questo trasmette il Napoli capolista con sette vittorie su sette. Forza fisica e mentale. L’asse centrale Koulibaly-Anguissa-Osimhen stabilizza la squadra, ne rappresenta la colonna vertebrale, permette agli altri di muoversi senza troppi pensieri. L’ennesima riprova della vecchia legge secondo cui per fare una grande formazione servono nell’ordine: un grande portiere e Ospina è un buon portiere; un grande difensore e Koulibaly tale è; un grande regista e Anguissa fa altro, ha mansioni di mediano-ponte levatoio, ma è lo stesso importante; un grande centravanti, e qui non ci sono dubbi, Osimhen ha tutto per diventarlo. La corporeità di Anguissa consente a Fabian Ruiz di esprimere il suo talento come regista basso o come trequartista. Il senso di Koulibaly per le opposizioni fa rimbalzare i centravanti. Le progressioni di Osimhen sconcertano i difensori, impossibilitati a reggere tanta fisicità.
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