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Napoli contro Napoli, Conte tiene il ritmo: ma quante differenze con Spalletti

Conte Spalletti Napoli
L'attuale tecnico azzurro si è ritrovato con una rosa diversa rispetto a quella del commissario tecnico
Sara Ghezzi

Il Napoli di Conte in questa stagione sta facendo un cammino incredibile dopo il decimo posto dello scorso anno. Un percorso che sta portando a poter sognare sempre di più lo scudetto. L'edizione odierna de Il Corriere dello Sport, ha sottolineato come nonostante la squadra attuale tenga il ritmo ci siano differenze con quella di Spalletti che contava su giocatori come Osimhen, Zielinski, Kvaratskhelia, Kim, Mario Rui. A seguire un estratto dell'articolo.

Napoli contro Napoli, Conte tiene ritmo: ma quante differenze con Spalletti

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"Ora il Napoli è di nuovo in testa alla classifica con due punti di vantaggio su una squadra più forte, più completa e più ricca come l’Inter. Due anni fa, quando gli uomini di Spalletti dominavano il campionato, erano in pochi a sorprendersi, ora sono tanti di più, anche se il Napoli non gioca le coppe. Certo, anche allora l’Inter aveva un organico di notevole portata, però la differenza fra le due squadre era ridotta. Oggi sul piano tecnico il Napoli ha perso molti riferimenti di quella fantastica stagione. Basta dare un’occhiata ai numeri per rendersene conto. Nel 2022-23, dopo 25 giornate Osimhen aveva segnato 19 gol, era già in testa alla classifica dei cannonieri dove il quinto posto era occupato da Kvaratskhelia; oggi il miglior marcatore del Napoli è Lukaku con 9 gol e per trovare il secondo bisogna scendere a quota 6 con McTominay".


Il punto di forza è il centrocampo e la difesa ha ritrovato forza con Buongiorno

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"Il punto di forza della squadra di questa stagione è il centrocampo con Anguissa, Lobotka (c’erano anche con Spalletti, ma avevano due anni in meno, ora viaggiano o superano i 30) e McTominay, un armadio con ruote, motore e fari spenti per inserirsi in area. Con Spalletti quel posto era di Zielinski, che aveva in Elmas un cambio della stessa qualità tecnica. Oggi in mezzo al campo le alternative sono meno incisive. Sulla destra, Politano era l’alternativa a Lozano, adesso Politano è titolare indiscusso. È arrivato Neres, ma pur con tutta la stima possibile (stima meritata, sia chiaro) non sfiora il livello del Kvara dello scudetto. Al centro della difesa Buongiorno può non far rimpiangere Kim, ma forse non si può dire lo stesso di Olivera nei confronti di Mario Rui, che a Napoli chiamavano “il professore” perché in campo capiva tutto prima degli altri e, pur giocando sulla fascia, sembrava un regista aggiunto. Mario Rui aveva già 32 anni, Olivera era il suo sostituto, adesso Olivera è titolare". 

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