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Il Mattino – Insigne, la parabola è discendente: non ha più alibi. L’analisi

Il Mattino – Insigne, la parabola è discendente: non ha più alibi. L’analisi

L’edizione odierna de Il Mattino si è soffermata sulla prestazione disastrosa di Lorenzo Insigne contro il Parma. Il capitano azzurro ha commesso troppi errori – ancora una volta – ed è stato poi imbeccato dai fischi del San...

Alessandro Silvano Davidde

L'edizione odierna de Il Mattino si è soffermata sulla prestazione disastrosa di Lorenzo Insigne contro il Parma. Il capitano azzurro ha commesso troppi errori - ancora una volta - ed è stato poi imbeccato dai fischi del San Paolo. Il commento.

Insigne eterno incompiuto. Napoli trascinato nel baratro insieme al capitano

Adesso Lorenzo Insigne non ha più alibi. Non può nascondersi dietro il modulo. Non può accampare teorie complottiste, e gli tocca anche guardarsi le punizioni di Gianfranco Zola. Per poi decidere se vuole rimanere il ragazzo della pallastrada che ogni tanto gioca una bella partita in Nazionale o vuol diventare un Alex Del Piero. Per ora è nel guado e il Napoli con lui.

Per ora è un giocatore a metà con un passato discreto e un presente da orrore, con gol sprecati alla Pacione e più chiacchiere che dribbling. Doveva essere la partita da trascinatore, doveva essere la partita del ritorno al modulo che meglio lo fa sentire protagonista unica attenuante: Rino Gattuso non è Zdenek Zeman , doveva essere grinta e vittoria e magari anche gol per lui, niente di tutto questo.

Parabola discendente

La sua parabola è tutta nei tiri a giro che ora cadono sempre altrove non trovando gli angoli delle porte avversarie, non ingannando più portiere e prima difese, è un normalizzato, uno che non è più l'inconveniente per chi deve marcarlo, ma uno che ha più ricordi che presente. Non punge, non interpreta, non è protagonista. Ha più facce storte che giocate. Né appassionato né autentico, e dopo quasi cinque mesi di campionato e un cambio di allenatore, il Napoli dovrebbe pretendere qualcosa di più da lui. Anche perché se condizionasse il gioco come ha condizionato l'ambiente avremmo quei punti che mancano alla Champions League, e che diventano una distanza lunare.