Conte c'ha riflettuto una settimana e alla fine l'intuizione di schierare il doppio play per la sfida tra Napoli ed Inter con Gilmour al fianco di Lobotka si è rivelata azzeccata. Ne parla oggi il Corriere dello Sport, ecco quanto evidenziato dalla nostra redazione:


rassegna
Gilmour, la mossa di Conte ha permesso al Napoli di dominare l’Inter: numeri da urlo per lo scozzese
"Aveva pensato a lui riflettendo sulle insidie di partite come quella di sabato. Conte conosceva bene Billy Gilmour, lo aveva scoperto giovanissimo quando allenava il Chelsea e lui, praticamente un ragazzino, sgomitava nel settore giovanile sognando il grande salto. Aveva individuato in quel piccolo geometra del centrocampo qualità (anche fisiche) che potevano tornare utili nelle trappole e nelle fatiche di un campionato avvincente. Detto, fatto: Gilmour brilla di nuovo dopo la doppia prova convincente a San Siro nel girone d'andata. Non giocava proprio dalla prima sfida contro l'Inter al Meazza, erano passati quattro mesi e, con appena una ventina di minuti in campo per pochi spezzoni di partita e tante panchine, il play scozzese confidava in un'occasione come quella dell'altra sera per ritornare protagonista. Alla fine è stata anche la sua notte. Promosso a pieni voti, stavolta con compiti inediti, regista di scorta e non solo alternativo al professor Lobotka che aveva sostituito convincendo tutti in autunno".
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—"Lobo con Billy è stata la brillante mossa di Conte provata e riprovata in allenamento nella settimana di avvicinamento all'Inter. Un'intuizione tattica vincente per rinforzare il palleggio e garantire sostegno ulteriore alla difesa. Gilmour si è sistemato alla destra di Lobotka, ha preso in consegna Bastoni con una marcatura asfissiante, ha agito a tutto campo in fase attiva e i numeri lo hanno premiato: tantissimi tocchi di palla, 80 contro gli 83 dello slovacco, un'alta percentuale di precisione nei passaggi, 35 tocchi in verticale e 10 recuperi per non farsi mancare nulla. Ha unito sostanza a qualità con l'unico neo del fallo da cui è nata la punizione capolavoro di Dimarco, un intervento ai limiti della generosità costato il gol. Ma faceva tutto parte del suo progetto, l'idea di non risparmiarsi impedendo ai giocatori dell'Inter di ragionare costringendoli poi a lunghe rincorse all'indietro".
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