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Euro 2020, Roma ha dieci giorni di tempo per dire sì al pubblico distanziato

Euro 2020, Roma ha dieci giorni di tempo per dire sì al pubblico distanziato

Roma ha dieci giorni per riempire la X necessaria per difendere la frazione italiana di Euro 2020. Cioè per indicare il numero di spettatori che potranno arrivare allo stadio Olimpico di Roma per le quattro partite che il calendario ci assegna,...

Domenico D'Ausilio

Roma ha dieci giorni per riempire la X necessaria per difendere la frazione italiana di Euro 2020. Cioè per indicare il numero di spettatori che potranno arrivare allo stadio Olimpico di Roma per le quattro partite che il calendario ci assegna, le tre sfide del girone eliminatorio con Turchia, Svizzera e Galles (11, 16 e 20 giugno) e il quarto di finale (3 luglio). Lo riporta l'edizione odierna della Gazzetta dello Sport.

Euro 2020, Roma ha dieci giorni di tempo per dire sì

 Roberto Mancini e Lorenzo Insigne (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Ieri la UEFA ha dato i numeri, si fa per dire, dividendo in qualche modo fra promossi e rimandati. Da una parte le otto città che hanno già indicato la capienza «distanziata» per i loro stadi: San Pietroburgo, Baku, Amsterdam, Copenaghen, Bucarest, Glasgow, Budapest e naturalmente Londra, sede di semifinali e finale. Dall’altra le quattro che ancora non sono riuscite nell’impresa. Roma (con la «disponibilità» del ministro della salute Roberto Speranza) e Monaco di Baviera (dove il land ha detto sì ma manca ancora il via libera del governo centrale) sembrano comunque più avanti di Bilbao e Dublino, che appaiono, a sentire le stesse federazioni calcistiche, vicine alla resa. La UEFA rispetterà tutte le scelte degli scienziati sulle modalità di ingresso (pass vaccinale, app, tamponi) allo stadio. Il traguardo è fissato a quota 16-17mila spettatori, un quarto della capienza dello stadio Olimpico. Ma l’altra cifra chiave è quella dei sessanta giorni che mancano, il tempo per immaginare un’Italia in piena ripartenza come indicato dallo stesso premier Draghi.