Il presidente azzurro in questi anni ha saputo valorizzare al massimo i propri attaccanti vendendoli a cifre nettamente superiori rispetto quelle per cui li ha acquistati. Il nigeriano, per cui chiede almeno 150 milioni, è l'ultimo della lista
Il Napoli in questi anni ha dimostrato di saper far mercato come pochi club in Serie A. Niente spese folli, tranne per qualche eccezione, bilanci non a rosso e plusvalenze da capogiro. Aspetti che hanno reso il club di De Laurentiis una società virtuosa. Negli anni il patron azzurro è riuscito a cedere i suoi giocatori con cifre triplicate rispetto all'acquisto. In questi giorni in cui si parla della valutazione di Victor Osimhen, l'edizione odierna de Il Corriere dello Sportricorda le altre operazioni monstre degli azzurri. A seguire un estratto dell'articolo.
Centravanti miniera d'oro, da Cavani ad Osimhen: le plusvalenze di De Laurentiis
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"Osimhen è un gioiello di bellezza accecante, una griffe che confonde le anime del calcio, come accadde con Higuain, che Adl andò ad acquistare al Real Madrid per 38 milioni, rompendo gli argini e introducendosi in una dimensione nuova. Poi, a latere, sistemò una clausola da 90 milioni di euro. Pareva una follia, un metodo per tentare di tenere alla larga presunti o autentici estimatori e invece nascondeva l’all in. La Vecchia Signora, appena 1.099 giorni dopo, si presentò con una pec, esercitò il diritto d’acquisto, versò quella valanga di danaro e scatenò un’estate eppure un inverno di polemiche, sulle quali il pipita lanciò una secchiata di benzina con quell’urlo al San Paolo verso Adl: «Es tu culpa». Ma nel viaggio a ritroso, Cavani diventa lo spartiacque, è il capolavoro che diviene un po’ punto di riferimento del Napoli modello De Laurentiis. Diciassette milioni pagabili in quattro soluzioni per averlo nel luglio 2010, sessantaquattro per cederlo nel 2013 al Psg e per comprarsi Higuain, che poi fece acquistare Milik, che poi avrebbe portato a Osimhen. Che venne il gatto, che si mangiò il topo, che al mercato Adl comprò... "