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De Laurentiis: “Non mi piace la pizza napoletana, il pacchero solo col ragù”

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Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha parlato ai microfoni di Repubblica, soffermandosi su temi extra-calcistici.

Domenico D'Ausilio

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha parlato ai microfoni di Repubblica, soffermandosi su temi extra-calcistici.

De Laurentiis si racconta

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"Lo sappiamo tutti che per superare i cent’anni non bisognerebbe mangiare carne rossa. Ma a me, che sono Gruppo Zero, mi fanno una pippa. Io col cibo ho un rapporto di grande amore e di rispetto, come con le donne. Ho una enorme curiosità per la quale non sono mai sazio: scoprire com’é una donna – bada bene, interiormente - o un piatto. Prima si mangia con gli occhi e poi con la bocca. Una sola regola: cerco sempre la qualità. Ferrari? Ne ho comprata qualcuna, ma non ho avuto il tempo di provarla, se le gode mio figlio. Dopo il cinema non c’è niente di più difficile del calcio".

Sul confronto tra la pizza napoletana e romana

“Qua non è questione di campanile. Io mangio la pizza solo quando non è indigesta. E allora lo chiedo a te: come si può mangiare una pizza che viene cotta – e spesso bruciata – in un minuto in un forno a legna, legna di cui spesso e volentieri si sa poco o niente? Per inciso, mi dicono che sta uscendo il divieto di usare forni a legna. Ce ne sono di eccellenti elettrici. Vedremo, anche la questione dell’impiego dei lieviti. Comunque la pizza ha da essere cotta senza rovinarla. E poi basta co’ ‘sto Champagne, neanche la birra va bene. Io la mangio solo col vino rosso. Ogni tanto ne faccio quattro/cinque teglie per gli amici: pochissima mozzarella, quasi asciutta, un pizzico di erba cipollina e all’ultimissimo un lancio di cozze, telline e lupini (mai vongole veraci!)".

Sulla pasta

Vengo da una famiglia di antichi pastai, mio nonno Aurelio produceva fantastici ziti e i fusilli col buco. E ho un armadio tre metri per quattro dove trovi ogni possibile tipologia. Certo, spaghetto e linguina sono capitoli a parte, ma è il pacchero che oggi va per la maggiore, il pacchero non lo capisco. Col pesce, poi. Semmai col ragù!

Su Napoli

Sono molto arrabbiato con quelle famiglie della borghesia napoletana che si sono inventati il basso profilo. Una cosa pazzesca. Anziché godersi i Quartieri Spagnoli o certi angoli del Vomero, vogliono andare tutti a Posillipo. E persino chi potrebbe goderne, rifiuta la Grande Bellezza!”