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Jurlano jr: “Mio padre trattava Conte come un figlio. Era l’uomo copertina del Lecce”

Conte Lecce
Le parole del figlio dell'ex presidente dei pugliesi ai tempi del tecnico azzurro
Sara Ghezzi

Corrado Jurlano, figlio di Franco Jurlano presidente del Lecce ai tempi di Antoni Conte, ha rilasciato un'intervista a Il Mattino in cui ha parlato dell'attuale tecnico azzurro. A seguire le sue parole.

Jurlano jr: "Mio padre trattava Conte come un figlio. Era l'uomo copertina del Lecce"

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Su Conte: "E a volte ero anche un po' geloso di loro. Ero un po' più grande di loro, ma vivevo il campo, lo spogliatoio, addirittura le stanze di mio padre dove così spesso venivano i ragazzi con le loro famiglie per sfogarsi, chiedere qualcosa o più semplicemente parlare. Vedere oggi Antonio Conte sulla panchina del Napoli mi fa un certo effetto. Antonio è diventato un uomo molto diverso rispetto a quel ragazzino che è cresciuto qui. In senso buono, sia chiaro. Perché era un giovane molto introverso, non certo l'istrione che si vede oggi in panchina. Con noi vinse lo scudetto Primavera, fece tutta la trafila nel settore giovanile e poi esordì in prima squadra. Mio padre era contentissimo della serietà e della professionalità di Antonio. Sapeva stare al suo posto. Ed era attaccatissimo a questi colori. Basti pensare che quando presentavamo le nuove divise stagionali era sempre lui a fare da modello in conferenza stampa. Era il nostro ragazzo immagine".


Sui ragazzi del Lecce: "Mio padre ci teneva tantissimo a questi ragazzi, era legatissimo alla covata che aveva tirato su nel settore giovanile ed io per certi versi ero un po' geloso perché li trattava come tanti figli: guai a chi il accusava e li assaltava. Li difendeva sempre per tranquillizzarli e farli esplodere con calma. Gongolava per la produzione di talenti locali: oggi si direbbe a chilometro zero".

Sul vivaio del Lecce: "Siamo arrivati ​​ad avere anche 7 giocatori salentini nel Lecce: non penso ci sia una squadra che abbia avuto questo record dopo di noi. Mio padre aveva intuito che quello poteva essere l'unico modo per sostenere i costi di una squadra in serie A e autofinanziarsi valorizzando tantissimo il settore giovanile del Lecce. Dopo di noi altri club hanno seguito questa linea e oggi sono società sane. Il nostro vivaio all'ora era davvero all'avanguardia"

Su Dorgu come Conte: "Un po' come è accaduto quest'anno qui con Dorgu. Quando ti offrono determinate cifre e sei il Lecce non puoi fare un braccio di ferro: il giocatore gioca contro voglia e non puoi tarpargli le ali, tanto più se dall'altra parte gli offrono il triplo dello stipendio. Ecco, con Conte e la Juventus ci succede la stessa cosa. Ma sono sicuro che Antonio sia orgoglioso del suo passato a Lecce e di quella squadra che fu il suo trampolino di lancio per il resto della carriera".

Sulla voglia di abbracciare Conte: "Io sarò sempre contento di quello che ha fatto e che farà. Ha dimostrato che quando si è persone serie e quando si è professionisti seri i valori escono fuori. È vero che ha avuto quella piccola incomprensione per l'esultanza di un gol contro il Lecce. Ma veniva da un grande infortunio e quell'esultanza non ho mai pensato fosse contro la tifoseria o la sua terra, ma uno sfogo dopo un momento di sofferenza e difficoltà, una sorta di liberazione. E penso che qui in tanti lo hanno anche perdonato. Magari. Io non lo vedo da tantissimi anni e se riuscissi ad incontrarlo lo abbraccerei con tantissimo calore. Vedere sarebbe l'occasione perfetta per ricordare i bellissimi momenti insieme. In realtà frequentiamo la stessa spiaggia in Salento ma soprattutto a causa dei miei impegni lavorativi non riesco mai a trovarmi lì quando c'è anche lui".

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