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Castellacci: “Pensare di riprendere gli allenamenti è da irresponsabili. In Cina hanno risolto in un modo”

Castellacci (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Enrico Castellacci, membro dello staff medico del Guangzhou Evergrande di Fabio Cannavaro, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de Il Mattino

Domenico D'Ausilio

Castellacci (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

Enrico Castellacci, membro dello staff medico del Guangzhou Evergrande di Fabio Cannavaro, ha rilasciato un'intervista ai microfoni de Il Mattino. L'ex medico della Nazionale campione del mondo 2006 è anche presidente dei medici del calcio e per questo segue da ancor più vicino le vicende dell’evoluzione del Coronavirus in Italia e nel mondo del calcio.

Castellacci sull'emergenza coronavirus

"Credo sia assolutamente necessario rinviare la ripresa degli allenamenti dei calciatori e non è difficile capire la motivazione della mia idea. Servono buonsenso, senso civico e senso di responsabilità. Basterebbe questo per capire che in un momento in cui non si è ancora raggiungo il picco dell’epidemia, pensare di riprendere gli allenamenti sarebbe da irresponsabili".

Lei è ancora per una maggiore prevenzione? "Già un mese fa dissi che andavano bloccati tutti i campionati e fui preso per un eretico. Ma io venivo dall’esperienza cinese e mi ero reso conto prima di quanto potesse essere dannosa questa malattia. In Italia, invece, ancora si parlava di giocare a porte chiuse o porte aperte. Immaginavo già in quel momento che ci sarebbero stati dei problemi anche a livello di leghe europee e infatti così è stato. Sembrava una cosa fuori dal mondo,ma poi abbiamo visto come sono andate le cose".

In Cina, invece, come sono andate le cose?"Non hanno avuto paura nel prendere decisioni draconiane e quelle decisioni hanno salvato una nazione. Ecco perché spero che facciano lo stesso anche in Italia. Si è detto che in Cina hanno risolto più rapidamente perché lì c’è uno stato centralizzato mentre qui è più difficile tutto. Ma se non si prendono decisioni drastiche non se ne esce. All’inizio della virulenza in Cina hanno bloccato tutto. Le squadre più grosse hanno deciso di andare all’estero e hanno fatto un ritiro lungo, ma anche ora che sono tornati, sono tutti ugualmente in quarantena e isolamento volontario".