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Boninsegna: “Giocatori come Maradona nascono ogni morte di vescovo. Da interista temo il Napoli. Insigne fenomeno”

(Photo by Laurence Griffiths/Getty Images)

Roberto Boninsegna, ex attaccante dell’Inter, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Repubblica, soffermandosi sul paragone fra Pelè e Maradona e sul Napoli. CLICCA QUI PER L’INTERVISTA A MATERAZZI Boninsegna su Pelè e...

Domenico D'Ausilio

Roberto Boninsegna, ex attaccante dell'Inter, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Repubblica, soffermandosi sul paragone fra Pelè e Maradona e sul Napoli.

Boninsegna su Pelè e Maradona

"Come si fa nelle gare tra i più grandi che sono testa a testa ci vorrebbe il fotofinish. Uno scatto per vedere chi dei due è arrivato davanti all’altro...Voglio dire, davvero, è impossibile. Questi due sono il Calcio con la maiuscola, signori. Pelè era più completo, ma Maradona più spettacolare, unico nel suo gioco. Sì, faceva tutto col sinistro, ma cosa faceva ragazzi, cosa faceva. Quando palleggiava, mostruoso. Testa, piedi, spalle, la palla non cadeva mai. Era sportivamente affascinante vederlo sul terreno verde, non sapevi mai cosa aspettarti. E anche lui era un leader amatissimo dai compagni e rispettatissimo dagli avversari. Una volta lo incontrai. Nella mia città, Mantova. C’era una cerimonia sportiva. Ma sapete, quando si muoveva Maradona c’era così tanta gente attorno a lui. Aveva già smesso di giocare. Ci presentarono. Un sorriso, una stretta di mano e poi fu “sequestrato” dai tifosi. Era il destino di Maradona, idolo di Napoli e non solo. Calciatori come lui nascono ogni morte di vescovo, come diciamo qui a Mantova".

Su Napoli

"Stavo per diventare azzurro, il club era in B. E Antonio Juliano mi chiamò, io ero il selezionatore della Nazionale di C e mi propose di diventare l’allenatore del Napoli. Risposi: eccomi. Sono grande amico di Juliano, un rapporto nato dopo gli sfortunati Mondiali del 1974 in Germania quando trascorsi con lui le vacanze a Capri, giocando a tennis. Purtroppo non se ne fece nulla. Ancora mi spiace, giocare o allenare a Napoli è particolare: rischi se fai male, ma se dimostri capacità e attaccamento ai colori diventi un idolo. Tutti lo sanno: Napoli è speciale".

Sul match Napoli-Inter

"Da interista lo temo molto. È il match più difficile per noi da qui alla fine del campionato. Incontriamo una squadra in ascesa, che proprio ora sta raggiungendo il top della forma e che ha recuperato tutti gli infortunati. In più il Napoli ha l’obbligo di vincere, perché il traguardo Champions è proprio lì. Partita aperta a tutti i risultati".

Su Insigne

"Il Napoli lo guida un gran giocatore: Lorenzo Insigne. Un calciatore che fa la differenza. In Italia è tra i migliori in assoluto. E quest’anno ha messo la quinta, sta volando. Gol, assist, sta facendo tutto al meglio. Eppure ogni tanto mi riferiscono di qualche critica nei suoi confronti, soprattutto a Napoli e sinceramente non capisco. Insigne non si può criticare. È il cuore della squadra e ha grandi colpi, da vero fuoriclasse".