Quale? «Napoli ha imparato a vincere. Sa come si fa. Fa parte dell’élite del calcio, un privilegio che ha conquistato sul campo, stagione dopo stagione. Ormai sanno come i gestire i momenti. C’è un altro tipo di stress rispetto a qualche anno fa. Parlo del club, della squadra ma anche della città che io conosco bene e che ho nel cuore. Ai miei tempi era tutto diverso».
Il primo scudetto non si scorda mai «Ma io mi riferisco anche alla mia esperienza da giocatore del Napoli. La squadra era forte, c’erano nomi importanti, eppure non avevamo mai vinto niente. Magari capitava di battere una big e festeggiavi per un mese. Poi però loro vincevano trofei e noi la settimana dopo contro una squadra piccola ci lasciavamo le penne. Le grandi squadre non dovrebbero mai festeggiare per una partita. Non ho mai visto tennisti o ciclisti esultare a metà del percorso».
Niente percentuali, ma tre punti di vantaggio a tre partite dal termine rappresentano un margine rassicurante? «Diciamo che, tornando al ciclismo, il Napoli non è più in volata ma in fuga da solo. Ha disputato un campionato eccezionale anche per costanza di rendimento. Certo non aver avuto le coppe durante la settimana ha inciso. È stato un bel vantaggio. Se giochi ogni tre giorni è difficile anche solo recuperare giocatori per piccoli infortuni. Vedi l’Inter. Però è vero anche che con le rose profonde e la qualità di oggi e con i cinque cambi a partita, puoi permetterti diverse rotazioni e un turnover più ampio»".
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