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Acerbi, l’innocenza va urlata subito: il tempismo infelice del difensore

Acerbi jesus inter
Le dichiarazioni del difensore hanno peggiorato la situazione soprattutto per le tempistiche
Sara Ghezzi

L'insulto di Acerbi rivolto a Juan Jesus è stato ignobile, ma ciò che fa ancor più discutere è la sua difesa. Ieri di ritorno a Milano dopo aver lasciato il ritiro della Nazionale ha rimandato al mittente ogni accusa. L'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport sottolinea quanto il tempismo delle sue dichiarazioni sia stato poco felice. A seguire un estratto dell'articolo.

Acerbi, l'innocenza va urlata subito: il tempismo infelice del difensore

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"E di ritorno a Milano veniva braccato dai cronisti, cui inizialmente rispondeva infastidito («Non ho voglia di parlare»), salvo poi spiegare la propria verità con un tempismo meno felice di quello con cui in area sa fermare i migliori bomber d’Italia e d’Europa. Perché se vieni accusato di un fatto così grave che non hai commesso, o gridi subito la tua innocenza o parli solo nelle sedi opportune.


Invece il difensore cade nel tranello: «Non ho mai detto nessuna frase razzista, poco ma sicuro. Sono molto sereno. Sono 20 anni che gioco a calcio e so quello che dico. In campo succedono tante cose, è normale. Ma al fischio ci si dà la mano e tutto torna come prima». Incalzato sul perché Juan Jesus avrebbe detto che si era poi scusato, Acerbi ha spiegato: «Credo che lui abbia capito male. Spero che la lotta al razzismo vada avanti in ogni parte del mondo. Se dico vaffa al razzismo? Questo è poco ma sicuro»".

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