L’unica però proposta più o meno “indecente” è arrivata dagli Emirati e quando ormai era tardi per sostituire Osimhen, ragion per cui bisogna indagare su cosa è successo tra fine stagione scorsa e - appunto - agosto inoltrato. Si sono succedute riunioni su riunioni per trovare una formula per andare avanti con il sorriso ma non si è trovata la quadra perché entrambe le parti hanno spesso tirato troppo la corda. Il nodo è tutto su due aspetti: cifra dell’ingaggio e clausola rescissoria, oltre ovviamente al discorso diritti di immagine che però è stato ormai in molti casi risolto dal Napoli concedendo qualcosa ai vari calciatori che nei loro Paesi sono considerati delle vere e proprie star (come appunto nel caso di Osimhen).
La rottura è relativa alle cifre perché ovviamente da parte di Osimhen c’è interesse non solo a guadagnare tanto ma anche ad avere una via di uscita (clausola rescissoria) abbastanza agevole. Il Napoli dal canto suo spinge per clausola alta ed ingaggio più o meno calmierato, visto che parliamo sempre e comunque del calciatore che diventerebbe il più pagato di sempre nel club azzurro. Osi dal canto suo sa che il 2025 non è poi così lontano e che generalmente l’ingaggio deve corrispondere al 10% della clausola (quindi, se fosse di 120 milioni lui dovrebbe guadagnarne 12, cifra che il Napoli non intende garantirgli).
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