Sassuolo-Napoli Primavera, le pagelle: De Chiara campione! Smeraldi prezioso, Nardozi flop

Triplice fischio allo Stadio Enzo Ricci di Sassuolo: il Napoli Primavera pareggia 1-1 nel territorio degli uomini dell'ex di giornata Bigica. Piccola frenata, seppur non grave, per i campani dopo gli impronosticabili trionfi contro Parma e Fiorentina (prime due della classe). Di seguito le consuete pagelle dei partenopei. Mattinata palpitante a metà per l'estremo difensore azzurro: diversi interventi sui quali si fa trovare quasi sempre pronto nel primo tempo, zero nella ripresa. È incolpevole sul gol di Gjyla. Come al solito, affidabile. Una domenica, stranamente, non da "uomo-copertina" per l'ex Ascoli. Ciononostante, quando il pallone scorre sul lato destro del campo, Rocco e i tifosi possono dormire sogni tranquilli. Certezza. Il classe '06 viene gettato nella mischia in virtù dell'assenza del collega di reparto Gambardella. Non disputa una brutta partita, tutt'altro, ma è colpevole di aver perduto la marcatura su Gjyla, errore da cui nasce il vantaggio degli emiliani. A ogni modo, mister Rocco sa di avere un'arma in più a disposizione. Gara in crescendo, come quella di tutta la squadra, per il numero 6 azzurro: meglio nella seconda che nella prima frazione. Mischia momenti in cui appare imbattibile nei duelli aerei ad attimi nei quali ha difficoltà nei disimpegni. Bene al 50%. È costretto al cambio dopo appena 23 minuti a causa di un problema muscolare. Durante il tempo trascorso in campo, svolge bene il compito da quinto di difesa. Sfortunato. L'approccio all'incontro non è dei migliori: prova un paio di percussioni, ma viene sistematicamente bloccato. Si scioglie nei secondi 45' in cui ara la fascia destra e, dettaglio, più importante, non fa rimpiangere Colella. Promosso. Il campione, nel gioco del calcio, è colui che, seppur non propriamente in giornata, risulta decisivo con una semplice giocata; e oggi il capitano della "banda Rocco" ha rispecchiato tale definizione. Primi 60' blandi, vissuti nell'ombra, poi un colpo da fuoriclasse da cui è generata la carambola allo sfortunato autogol di Campani e, di conseguenza, al pareggio ospite. Quando si accende, di livello superiore. Partita senza infamia né lode per il mediano partenopeo. Tenta poche verticalizzazioni utili a impensierire la retroguardia avversaria, ma in compenso, svaria su ambedue i lati del campo con la grinta che lo contraddistingue. Sufficiente, anche se bocciato da Rocco. Prendere il giudizio con cui è stato descritto il match di Cimmaruta e capovolgerlo: intuizione ottima di Rocco, dato che il talento tricolore è sempre nel vivo dell'azione e smista palloni intelligenti tali da creare le prime crepe nella muraglia neroverde. Bentornato, Vincenzo! Andrea è il calciatore, o meglio, il quinto di centrocampo che ogni allenatore sogna di avere in squadra: una costante spina nel fianco in zona d'attacco e sempre pronto a compiere quel sacrificio in più in copertura. Al netto delle assenze, non è un caso se ormai la sua titolarità sia data per scontato. Prezioso. Il voto è una media (quasi) aritmetica dei due tempi disputati: poco brillante nel primo, eccezion fatta per un'ottima triangolazione con Raggioli, più vivace nel secondo, in linea con la prestazione dell'intero organico. Rimane una prova da sufficienza e nulla più, soprattutto alla luce delle qualità che è in grado di mettere in mostra. Il peggiore tra gli scudieri "081" scesi quest'oggi sul rettangolo verde. Chiamato a sostituire lo squalificato Camelio, fallisce ogni dribbling tentato e sbaglia quasi tutte le scelte nei pressi dell'area di rigore neroverde. Mai un fastidio per i padroni di casa. Rimandato. Subentra per Nardozi e consente alla compagine campana di poter giocare finalmente in undici. Un paio di serpentine andate a buon fine fanno ancora una volta intravedere il calciatore che il gioiello (al momento, un diamante grezzo) albiceleste può diventare. È ufficialmente cominciata il testa a testa amichevole tra Camelio e l'ex Juventus per ottenere la titolarità fissa. Uno, anche due passi indietro rispetto alle recenti uscite: vince pochi duelli con i difensori avversari e sbaglia da pochi passi la marcatura del potenziale vantaggio. Chissà con quanti punti sarebbe tornato a casa il Napoli se avesse segnato. Alla ricerca della continuità. La prestazione più convincente tra le fila degli azzurrini (che non arriva al 7 soltanto poiché l'esito finale non corrisponde a una vittoria), senza offesa per chi indossa gli scarpini, la offre colui che siede in panchina: osserva un undici non troppo sul pezzo nel primo tempo e, pertanto, decide di mischiare le carte in tavola a fine intervallo. Gli ingressi di Prisco prima e Baridó poi iniettano freschezza alla manovra azzurra: lo dimostra il pareggio trovato a meno di un quarto d'ora dal fischio d'inizio della ripresa. L'appuntamento con i tre punti è mancato, ma il tecnico dà una prova concreta di essere abile nella lettura dei momenti. Stratega. A cura di Alex Iozzi © RIPRODUZIONE RISERVATA