Sugli aspetti positivi del pareggio di ieri: "Faccio fatica, mala sufficienza mi sento di darla ai terzini. Hanno spinto bene nel primo tempo, ci hanno provato nel secondo. Qualcuno in particolare? Preferisco non fare nomi. Dico soltanto che Spalletti non ha il tempo né la possibilità di modificare la testa di un giocatore che non è abituato a fare certe cose. Quindi è necessario che abbia ragazzi affidabili, intelligenti, disponibili, con elevate motivazioni e un forte spirito di squadra. Altrimenti, per un allenatore di nazionale, è come andare al suicidio e non credo che Spalletti abbia quest’intenzione. Il problema più grande? Ce ne sono tantissimi, ma quello che mi viene in mente è il seguente: l’Italia, a livello di club, non esprime e non ha mai espresso uno stile di gioco, a differenza della Spagna, ad esempio. Questo è un guaio, perché significa che i calciatori non sono tutti sintonizzati sulle medesime frequenze. Tocca a Spalletti dare uno stile, cosa tutt’altro che semplice considerando che non può svolgere tanti allenamenti. Qualcosa che ha funzionato? Faccio fatica, ma la sufficienza mi sento di darla ai due terzini. Hanno spinto bene nel primo tempo, e ci hanno provato nel secondo. I centrali difensivi? Non benissimo, troppo macchinosi nell’impostazione. Centrocampo? Poco propositivo e con poche idee. E anche in attacco non ci sono stati i corretti movimenti. Spalletti potrebbe far diventare l'Italia un piccolo Napoli?Glielo auguro, perché il suo Napoli ha divertito il mondo puntando sul gioco collettivo. Ma l’impresa, non lo nascondo, è davvero complicata".
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